Maledetto Modigliani: il film che celebra l’artista a 100 anni dalla sua morte
100 anni fa moriva uno degli artisti più copiati e ammirati nella contemporaneità: Amedeo Modigliani. Modì, come lo chiamavano al tempo, o Dedo, era il classico bohémien, artista maledetto e ribelle nella “ville lumière” degli anni della Belle Époque. Un genio anticipato dai suoi scandali, ricordati ancora oggi. Dal 12 al 14 ottobre 2020, in occasione dell’anniversario della morte dell’artista, le sale italiane ospitano il film-documentario sulla sua vita intitolato Maledetto Modigliani. Diretto da Valeria Parisi, scritto con Arianna Marelli su soggetto di Didi Gnocchi, il film è prodotto da 3D Produzioni con Nexo Digital, e apre la stagione 2021 della Grande Arte al Cinema.
La trama
Maledetto Modigliani è un documentario narrato da un punto di vista insolito e originale: quello dell’ultima compagna di Modì, Jeanne Hébuterne, che si suicidò pochi giorni dopo la morte dell’artista. La narrazione si apre con la lettura di un passo dai “Canti di Maldoror”, libro che Modigliani teneva sempre con sé. Il film attinge ispirazione dalla mostra “Modigliani – Picasso. The Primitivist Revolution”, ospitata all’Albertina di Vienna da settembre 2020. L’esposizione è curata da Marc Restellini, uno dei maggiori esperti al mondo di Modigliani, che nel docu-film ne racconta l’arte e l’evoluzione. Scopriremo il bisogno di un artista di lasciare la famiglia e la città di origine, Livorno, per andare in cerca di altro nella capitale francese. Scopriremo Modigliani nel confronto con le opere di altri artisti a lui coevi, primi fra tutti Brancusi e Picasso, raccontati attraverso opere e spazi. Scopriremo, infine, la Parigi del tempo e di oggi nei suoi luoghi più tipici e insoliti frequentati dall’artista.
Gli interventi più curiosi
Alla realizzazione del docu-film hanno contribuito numerose voci di esperti che svelano curiosità e conferiscono basi scientifiche ai fatti raccontati. Fra questi, oltre al già citato storico dell’arte ed esperto di Modigliani Marc Restellini, curioso è il racconto di Pier Francesco Ferrucci, Direttore Unità di Bioterapia dei Tumori (IEO), che da studente è stato tra gli autori della famosa “beffa delle teste” del 1984 a Livorno. Per chi non ricordasse il fatto: tre artisti finsero di ritrovare delle teste attribuite a Modigliani in un canale della città. Critici famosi, fra cui Argan, furono tratti in inganno.
Di pari interesse è l’intervento dell’artista John Myatt che, grazie al suo talento per l’imitazione, insieme al complice John Drewe, ha falsificato e collocato sul mercato, tra il 1986 e il 1995, ben 200 opere di maestri moderni. Per concludere, non mancherà l’importante voce del regista, sceneggiatore e produttore cinematografico Paolo Virzì.
di Chiara Pellini