È il momento di tirare le somme di ciò che è stato e ciò che ci porteremo della moda del 2020 nel nuovo anno appena arrivato. Come tutti gli anni, a gennaio giunge il momento di fare i conti col tempo. L’anno lasciatoci alle spalle ci porta a riflettere più del solito a far buon uso di ogni nuovo giorno che ci attende. Quali mosse starà studiando il mondo della moda per affrontare il 2021 e le sue nuove sfide? Perché la moda è sempre un passo avanti, si sa.
La moda di gennaio
La prima delle possibili risposte a questa domanda la si avrà tra il 13 e il 19 gennaio, con un nuovo calendario della Milano Moda Uomo che accoglierà il Fashion Film Festival al suo interno. Ancora una volta in formato phygital, come già visto alla Milano Moda Donna di settembre, solo cinque brand sfileranno dal vivo. Dolce & Gabbana, Etro, Fendi, K-Way e Solid Homme si intersecheranno agli altri 32 show digitali. Questi ultimi a loro volta si incroceranno con ben 200 contenuti in gara al Fashion Film Festival, anch’esso in versione digitale.
“…Si uniscono due realtà leader mondiali che insieme rappresentano una forza internazionale incomparabile. Fin dal 2014 i valori del Fashion Film Festival Milano sono stati ben chiari, celebrare lo spirito democratico della moda e parlare d’inclusività e diversità, di donne, di sostenibilità e dei giovani”. Afferma Constanza Cavalli Etro, fondatrice e direttrice del Festival. Tematiche tra le più sollevate del periodo, frutto del tempo vissuto e di quello meno vissuto per via delle chiusure causa pandemia.
Decluttering e Second Hand
Il tempo trascorso in casa ci ha spinto a fare quei decluttering sempre posticipati. Decluttering è un termine inglese che significa fare spazio e viene utilizzato sia figurativamente nel senso di liberarsi di ciò che non ci serve più, sia metaforicamente quando ci si sente oppressi da una situazione scomoda. Lo sbarazzarsi di qualcosa che per noi è diventato inutile più ha aumentato in maniera drastica il mercato del Second Hand.
Le stime parlano di una crescita tra il 2018 e il 2021 del 12%, contro il 3% del mercato del lusso (dati riportati da tag-walk.com). Anche se il genere maschile sembra essere meno affascinato dal vintage, sono per lo più stylist che possiedono un archivio o appassionati di moda che vogliono differenziarsi dagli altri. Ma è la clientela femminile a battere quella maschile con un 60% contro il 40% per capi e accessori che sono precedentemente stati amati da qualcun altro.
Sostenibilità e Pre-ordine
La crescita del mercato del second hand è stata frutto di un altro tema caldo che porteremo con noi dal 2020, ovvero la sostenibilità. Da una parte il ritorno del vintage ha stuzzicato parecchi brand, che hanno riportate in auge tessuti e accessori riciclandone i materiali e la visione. Un case-study quello della Re-Edition di Prada (borsa minimal-sporty iconica della casa di moda) e il suo Re-Nylon con cui è stata realizzata un’intera capsule. Ma non è solo il nylon ad essere riciclato, anche il jeans e il jersey.
Il rallentamento della filiera produttiva ha portato a rivedere quello che si aveva in casa, ovvero nei propri archivi, come ha fatto Paul Andrew da Ferragamo riciclando vecchia pelle; e ha portato a nuove strategie, come il pre-ordine testato dal giovane designer americano Telfar Clemens con le sue Bushwick Bags andate a ruba. Una pratica, il pre-ordine, che porta avanti la produzione solo quando si è certi di vendere il prodotto.
Il tempo ci ha portato ad un nuovo lusso che ci ha aiutato a comprendere che il vero lusso è esso stesso il tempo e che bisogna sfruttarlo al meglio, perché siamo noi a decidere del nostro destino come delle future tendenze che verranno.
di Pamela Romano