Jil Sander FW 2021: tagli rilassati trasformati dall’artigianato pratico definiscono come ci stiamo vestendo e come ci vestiremo
La collezione Autunno/Inverno 2021 di Jil Sander è stata presentata domenica 24 gennaio via streaming, documentata da Stephen Kidd nel fatiscente castello di Franconville a nord di Parigi. Un’ambientazione cupa con movimenti dei modelli in solitaria vogliono rappresentare l’intimità che ad oggi ci sta caratterizzando sempre di più. Con uno styling minimal ma notevole gli uomini girano e indossano le loro emozioni al rovescio. Senza paura di essere e di mostrarsi.
A prescindere da chi sia a capo della direzione artistica del brand, Jil Sander si riconosce per la semplicità, la linearità e la pulizia dei suoi capi, caratteristiche che al duo composto da Luke e Lucie Meier non sono mai mancate, anzi, sono riusciti a soddisfare quelle che sono le esigenze del proprio pubblico raffinando l’ethos a forme ancora più semplici e delicate.
Luke e Lucie Meier hanno raccontato cosa per loro ha significato questa collezione, focalizzandosi sull’espressione delle emozioni di perdita e solitudine, con l’obiettivo di trasmettere un’interpretazione più astratta della nostra mentalità nei confronti del guardaroba rispetto al semplice “comfort-wear”.
Un richiamo alle emozioni
Diverse sono infatti le allusioni alle nostre emozioni: a partire dalle collane in argento con la scritta “madre” – spiega Luke Meier che non vede i genitori, nativi del Canada, da oramai un anno; quanto tutta questa situazione ci stia mettendo alla prova, quanto ci si possa sentire persi ma quanto al contempo sia importante non lasciarsi abbattere – agli stivali in gomma in colori tonali polverosi o ai ritratti dell’artista Bauhaus di Florence Henri, stampati o tessuti con frange, che rispecchiano la delicatezza delle camicie intrecciate.
Tra i cappotti di lana avvolgenti, la sartoria allungata, la maglieria capiente, le sovracamicie fluide, i colletti di maglia confortanti e i trench realizzati con colli drammatici, si evidenzia non solo la drammaticità delle linee ammorbidite ma anche il bisogno di privacy e intimità che contrasta con la nostra voglia di poter tornare a connetterci con il mondo. Non a caso l’intera collezione gira intorno agli affetti mancati, alla vulnerabilità e alla forza.
di Giulia Faccini