Max Mara: 70 anni da celebrare
Max Mara ha celebrato i suoi 70 anni di attività con una Anniversary Collection degna di nota. Dal 1951 ad oggi, infatti, lo storico brand di Reggio Emilia ha mantenuto intatta la sua identità classica e ambiziosa. Un’identità che, dalla nascita alla passerella di ieri, ha vestito la sua spavalda e determinata “donna regina”.
Decenni di alta qualità sfilano alla Triennale di Milano
Grazie al genio creativo di Achille Maramotti, nasce nel 1951 a Reggio Emilia il brand italiano Max Mara. Un nome che porta in sé il “Max” superlativo e il “Mara” abbreviativo del cognome Maramotti. In anni in cui la moda si rifaceva ancora all’esempio dell’alta moda parigina da copiare, l’imprenditore di Reggio Emilia capì l’importanza del prêt-à-porter. Si trattò di una lungimiranza che, oltre a un marchio di successo, gli è valsa l’ospitalità creativa di nomi altisonanti del mondo fashion. Tra gli altri, Karl Lagerfeld, Dolce&Gabbana e Narciso Rodriguez hanno infatti disegnato per lui.
Per la celebrazione commemorativa di tanti anni di genio e creatività, la location prescelta è stata la Triennale di Milano. In un’ampia sala circolare dalle grandi vetrate, le modelle hanno seguito la curva strutturale dell’edificio immerse nell’intensa luce naturale mattutina. All’atmosfera solenne e celebrativa, bianca, rilassata ma severa, si sono aggiunte note musicali quasi regali. Da una parte, lo stile della collezione ha rimandato a un tocco british, con tanto di foulard in testa “alla Regina Elisabetta”. Dall’altro, la musica sembrava intonare i primi cenni di un ricevimento a corte. Un richiamo allo stile britannico country riscoperto negli archivi della Maison da parte del direttore artistico Ian Griffiths.
Elegante, funzionale, senza tempo
A commemorare decenni di creatività, non potevano mancare i grandi classici Max Mara, mixati tuttavia con dettagli all’avanguardia. Tra questi, i nuovi bomber oversize e le giacche “thornproof” in morbida alpaca con tasche utility. I lunghi cappotti cammello si arricchiscono di polsini elasticizzati e si alternano a giacche trapuntate, smanicate o lunghe fino alla caviglia. In abbinamento ai capispalla hanno invece sfilato kilt, tailleur in tattersall a scacchi, maglioni oversize con lavorazione aran, trapuntati o contraddistinti dalla data celebrativa “1951”.
La funzionalità dei capi di questa collezione AI 21 firmata Max Mara è garantita dall’ampio uso di tasche, sia utility che a filetto. I colori tinta unita ne permettono invece un rapido abbinamento nella confortevole quotidianità classica. Al color cammello, che a colpo d’occhio gode di una presenza preponderante, si alternano poi verde, nero, giallo, marrone e rosso. A spezzare invece il monocromatismo di queste tinte, intervengono dettagli leopardati e tessuti colorati arricchiti da pattern e policrome lavorazioni a maglia.
Come tocco finale e ornamentale dei capi, Ian Griffiths si è affidato a toppe di velluto ed eleganti jabot in organza. Dettagli quasi sussurrati che ben si bilanciano con gli accessori scelti per l’occasione. In alternanza ai cappelli avy dotati di visiera, il capo di alcune modelle è stato infatti avvolto in raffinati foulard. Sotto gonne e pantaloni ampi hanno invece fatto la loro comparsa calze spesse, stivaletti in pelle e mocassini con tacco. Le borse, infine, di piccole e medie dimensioni, erano portate a tracolla o allacciate in vita come marsupi. Un ennesimo esempio, insomma, del connubio tra eleganza e praticità professato dal marchio Max Mara da 70 anni a questa parte.
di Greta Masè