God save Federico

Nella giungla urbana dell’afosissima Milano, sono riuscita a trovare il tempo per fermarmi in Zona Tortona a bere un té freddo. Questa parte della capitale lombarda è uno dei vari cuori pulsanti di una città piena di contrasti a volte affascinanti, a volte ridondanti. E’ in questo cuore ricco di design, eventi, moda e vitalità che si svolgono alcuni tra i momenti più importanti per il business milanese. Dal Fuorisalone alle sfilate che si susseguono sfrenate durante la periodica Milano Fashion Week.

L’ampio spazio bianco e fresco mi accoglie per il break tanto desiderato e nonostante l’ora di punta, i tavoli completamente full e la raffica di ordinazioni, Federico Bollito, owner di God save the Food con aria distesa accenna un sorriso e mi invita a trattenermi.
L’idea di questa intervista è nata proprio a ridosso della passata settimana della moda dedicata all’uomo, con lo scopo di raccontare la figura di persone reali che hanno dato forma a un’ambizione realizzando imprese di assoluta rilevanza. Questo è il caso di una vera e propria sfida imprenditoriale su un mercato, quello della ristorazione milanese, fortemente concorrenziale.

Ho scrutato ogni minimo dettaglio del mio interlocutore: polo nera, denim, nessun anello, orologio sportivo, tatuaggio sul polso e cintura di cuoio sottile con piccole borchie martellate. Questo in apparenza. Altra cosa la sostanza che è fatta di sangue siciliano e torinese insieme, mix davvero esplosivo.

Qualcuno potrebbe dire “un altro ristorante a Milano” e invece?
E invece… non esiste un luogo come questo a Milano!
Lo dici con un pizzico di presunzione o soddisfazione?
In realtà direi più obiettività. L’idea, infatti, è nata da un’attenta analisi del settore della ristorazione di questa città oltre che dai miei innumerevoli viaggi intorno al mondo. Mi sono reso conto che nell’area milanese non esistevano posti nei quali, soprattutto durante la pausa pranzo settimanale, si potesse mangiar bene.
Cosa intendi per mangiar bene?
La maggior parte dei lavoratori si trova durante la settimana a dover consumare dei pasti veloci e a doversi soprattutto accontentare di panini “da portar via” o di cibi pronti scaldati al microonde. Alcuni senza dubbio saranno anche gustosi, ma generalmente privi di qualità. Questa è la prima e sostanziale differenza di God Save the Food rispetto a un altro ristorante di Milano. Da qui la scelta architettonica di creare una cucina a vista verso cui anche il più distratto dei clienti può sbirciare per osservare come si realizzano i patti.
Parliamo del menu…
Il menu che proponiamo in questa fase iniziale è basico, proprio perché rivolto a chi lavora. Ci sono insalate e panini, ma la peculiarità è che sto davvero molto attento alla provenienza. Il nostro pane è cotto a legna e sono in perenne contatto con le migliori aziende italiane che producono salumi e formaggi, perché l’offerta sia impeccabile.
Ho visto sulla sinistra, un corner con prodotti internazionali. Non solo Italia quindi?
In realtà sulla sinistra è stato creato uno spazio nello spazio per permettere anche acquisti lampo per la cena. Prodotti italiani, ma anche giapponesi, messicani e cinesi per accontentare tutti.
Una sorta di minimarket?
Per il momento sì, ma l’intento era quello di ricreare una shopping experience fuori dal comune permettendo oltre all’acquisto del prodotto anche la possibilità di preparalo e consumarlo in assoluta libertà all’interno dello spazio.
Sei soddisfatto dei risultati ottenuti fin qui?
Per il momento l’esito di questo esperimento è discreto, ma sono certo che i nostri clienti, spinti dalla curiosità di provare un’alternativa al take away si faranno convincere da questa comodità.
Progetti futuri?
Sicuramente crescere. Dalla nascita nel 2011 a oggi abbiamo registrato un evidente aumento di fatturato e contiamo di aprire un altro ristorante God Save the Food in un’altra zona di Milano.
Magari si parlerà di un format da diffondere su tutto il territorio italiano. Un franchising?
Io lo spero, chissà mai che non accada…

Informazioni
www.godsavethefood.it

(di Manuela Franchini)

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