Il libro sulla vita di Karl Lagerfeld che tutti aspettavamo: la versione più autentica e sincera della sua guardia del corpo
Karl Lagerfeld: un nome, una leggenda. Dietro a quell’ormai celebre e solenne uniforme, un paio di occhiali rigorosamente neri e un completo nero altrettanto elegante, si nascondeva un cuore grande. Nel 1998, il designer tedesco accoglie sotto la sua ala Sébastien Jondeau, senza remore né ripensamenti. In poco tempo diventa amico, confidente, assistente personale, guardia del corpo e autista. Si instaura una profonda amicizia, imparano a conoscersi e Karl finisce per fidarsi ciecamente di Jondeau. Lagerfeld non aveva sbagliato a vedere qualcosa di buono nel giovane Sébastien, che, all’epoca dell’incontro, aveva appena 15 anni e lavorava per la ditta di traslochi del patrigno. Ça va, cher Karl? è la dimostrazione del legame puro e sincero che legava Jondeau al celebre designer. Un legame che andava oltre il mero ambito lavorativo, però senza mai spingersi oltre i confini di un’amicizia, al contrario di ciò che qualcuno insinuava.
Un uomo dalla forte personalità, dalle grandi idee, dalle immense doti creative, un artista a 360 gradi. Era il 2019 quando ci lasciò provocando un grande vuoto nella maison Chanel, cui ha contribuito a scriverne la storia. Lasciando un posto vacante, difficilmente sostituibile, alla direzione creativa di Fendi, dove lavorava al fianco di Silvia Venturini Fendi. Ma soprattutto, lasciando una grande tristezza nelle persone che gli hanno voluto bene e gli sono sempre state accanto apprezzandone pregi e difetti. La mancanza di una propria famiglia non sembrava farsi sentire in Karl Lagerfeld, forse perché ampiamente colmata dalle persone che lo attorniavano. Jondeau era una di queste, o almeno è quanto si evince dal libro scritto in collaborazione con la giornalista francese Virginie Mouzat, e intitolato proprio con quella classica e dolce domanda che lui rivolgeva a Karl ogni mattina: “come stai caro Karl?”
Karl Lagerfeld raccontato dagli occhi dell’ammirazione
Il racconto che ne risulta è appassionato e pieno di rispetto. Il rispetto che si riserva per il proprio capo e l’ammirazione che si prova solo per una persona che si è potuta conoscere a fondo, imparando ad apprezzarne tutte le sfumature. E questo non era sempre facile. Karl era solito mettere gli uni contro gli altri, aveva sbalzi d’umore e non era tanto semplice assecondare qualsiasi suo desiderio. In particolare, è Baptiste Giabiconi a non essere mai stato simpatico al narratore del libro. Il modello, a sentire Jondeau, avrebbe sempre approfittato del fascino che esercitava su Karl, per ottenere da lui qualsiasi cosa volesse.
Sempre al centro dell’attenzione, così richiesto da tutti, ma Sébastien sembra essere stato uno dei pochi ad aver avuto un posto in prima fila nell’intricata vita del designer tedesco. Sapeva infatti della malattia di Karl fin da subito, senza far trapelare mai nessuna informazione. Dopo 21 anni a lavorare per lui, avrebbe potuto raccontare ogni più intimo segreto, eppure non ha neanche pensato di assecondare i gossip per vendere di più. Anzi, rilascia un racconto genuino della persona che era Karl, sincero e diretto anche nel descrivere i suoi difetti, proprio come lui stesso si sarebbe aspettato da Sébastien. È una visione inedita sulla vita quotidiana di Karl e sulla sua personalità contraddittoria. Un “ironico inguaribile”, lo definisce Sébastien; un enigma per i più, ma così vero e decifrabile per lui. Grazie a Ça va, cher Karl?, forse avremo anche noi la possibilità di addentrarci nel carattere così sfuggente e affascinante di Karl Lagerfeld.
di Alessia Mandelli