Måneskin, esce il nuovo album: “Teatro d’Ira Vol. I”
Sonorità graffianti, potenti, che sembrano appartenere ad un’altra epoca: Damiano David, Victoria De Angelis, Ethan Torchio e Thomas Raggi escono il 19 marzo con “Teatro d’Ira Vol. I”, la prima parte di un progetto della rock band postumo all’album d’esordio “Il ballo della vita”. Otto tracce, un unico comune denominatore: essere un grido di ribellione nei confronti di una società che ha perso la sua veridicità, il concetto di essenza.
Il nuovo album arriva a tre anni di distanza dal primo progetto discografico del gruppo che ha venduto oltre 100mila copie grazie al successo dei cinque singoli. Ve la ricordate Marlena, la musa di cui tutti si domandavano l’identità? Quello rimarrà per sempre un segreto custodito gelosamente, ma “Torna a casa” è stata una delle canzoni più ascoltate del 2018 conquistando 5 dischi di platino per le 250 mila copie vendute.
Zitti e buoni
In apertura del nuovo disco c’è la canzone che li ha portati alla vittoria di Sanremo, “Zitti e buoni”, e la rock band ha scelto di concludere con “Vent’anni”, la ballata anni ‘70 che gli ha fatto conquistare un disco di platino. Il brano è crudo, irriverente e sognante. Le nuove tracce, nonostante siano state rivelate dai ragazzi, non lasciano trapelare alcun tipo di indizio circa la sonorità e l’obiettivo comunicativo dei pezzi: 02 “Coraline”, 03 “Lividi sui gomiti”, 04 “I wanna be your slave”, 05 “In nome del Padre”, 06 “For your love”, 07 “Paura del buio”.
Oggi i Måneskin si sono trasformati dal gruppo di ragazzini ribelli con la voglia di farsi sentire ai vincitori del settantunesimo Festival di Sanremo. Certo, non hanno mai perso la loro essenza graffiante e irrimediabilmente vera, quella che gli ha spinti a mettersi a nudo raccontandosi nel loro docu-film “This is Måneskin”.
Tutte le anticipazioni
Gli artisti tengono molto a creare suspance attorno all’uscita del disco, ma non si esimono dal rivelare piccoli indizi servendosi del mezzo comunicativo più amplificante del momento: Instagram. Victoria De Angelis, l’unica componente femminile del gruppo, si è fatta riprendere durante l’esecuzione di una melodia dolce con la sua chitarra, che suona magistralmente nonostante la giovanissima età. Il gruppo ha dichiarato che si tratta della base del pezzo “Coraline”, quello che vuole essere il sottofondo “al racconto di una bambina che non trova il suo spazio nel mondo perché troppo pura e fragile”. Il ritmo diventa sempre più incalzante e angoscioso, seguendo le fila di quella che vuole essere una fiaba, “la nostra”, come hanno affermato.
Ecco apparire sul web un’altra anticipazione, sulla terza traccia questa volta, che viene raccontata come “una storia di rivincita, uno schiaffo in faccia a chi ha dubitato di noi e delle nostre abilità, un inno di rivalsa”. La loro sintonia si respira intensamente, ogni componente del gruppo mostra una forte individualità ma al tempo stesso un principio di complementarità con gli altri. I ragazzi non temono l’esposizione social, tanto che si mostrano spesso nel processo di creazione: Victoria con gli occhi altrove, Ethan che fuma una sigaretta e Thomas che si rilassa. Il loro potere è l’estrema normalità: l’essere delle rock star di altri tempi, pur rimanendo profondamente accessibili perché appartenenti al mondo fluido dei social dove tutto è avvalorato dall’essere condiviso.
Rimanere veri e fedeli a se stessi è la loro prerogativa per rimanere incorruttibili, eterei, e per distanziarsi dalle dinamiche denaturalizzanti di questo pazzo mondo che è lo spettacolo. “Ogni brano è stato interamente composto da noi, dalla prima all’ultima nota. Sarà un disco fuori dai canoni, ne siamo consapevoli, ma ce ne siamo fottuti per donarvi la visione più sincera e reale di noi stessi, perché la musica è l’unica cosa che conta, e questa volta sarà soltanto lei a parlare”. La loro energia è palpabile e investe il palco, rubando tutta quanta la scena. Che questi ragazzi non siano una meteora non c’è alcun dubbio, quindi sediamoci e godiamoci lo spettacolo.
di Martina Tronconi