La Taschen pubblica 3 volumi sull’Arte Decorativa. Un viaggio attraverso gli anni Cinquanta, Sessanta e Settanta per apprezzare materiali, stili e diversi design trends.
Prima di tutto, chi sono gli editori?
Colonia, 1980: nella città tedesca apre un piccolo negozietto di fumetti. Oggi la Taschen è una delle più importanti e rinomate case editrici di libri d’arte. Questi tre volumi di design riportano alla memoria la rivista Decorative Art, The Studio Yearbook pubblicata dal 1906 al 1980. Oggi, i suoi numeri sono rari tra i collezionisti e conservano tutte le tendenze di architettura e arredamento.
Gli editori dei tre volumi della Taschen sono Charlotte e Peter Fiell, a cui si devono più di sessanta libri sul design. Firme di fama internazionale, i due autori sono anche lettori appassionati, curatori di esposizioni e consulenti per musei e collezioni private.
Decorative Art 50s: il boom decorativo del Dopoguerra
Lattice, plastica e consumismo sfrenato. Ecco di cos’è fatto il design degli anni Cinquanta. È il momento di ricostruire il futuro sulle macerie delle guerre e nell’aria c’è solo voglia di rinascita. Una visione idealistica insieme a un raro ottimismo modellano le periferie e i centri delle città, ma anche mobili e oggetti di metallo.
Le ricerche su tecnologie e costruzioni condotte durante la guerra, hanno regalato scoperte che segneranno le vite di milioni di persone per sempre. Una tra tutte, la popolarizzazione della plastica. La ricostruzione post-bellica porta con sé anche un boom di case. E se il design europeo ha un’inventiva straordinaria, quello americano si caratterizza per una visione idealizzata del futuro.
Tra queste pagine soffia un vento di modernità, con i lavori dei modernisti Charles Eames e George Nelson, Hans Wegner e Gio Ponti.
Decorative Art 60s: Hippie o Pop?
Dai colori divertenti del Pop agli eccessi provocatori dell’era hippie. Qui sono racchiusi i segreti del memorabile design degli anni Sessanta. Si sfogliano interni colorati, lampade e tessuti eccentrici che confermano l’esplosione di creatività propria di un decennio di cambiamenti sociali, sessuali e politici senza precedenti.
La liberazione è nell’aria. Gli uomini stanno andando sulla luna. E il cielo è forse l’unico limite alla creatività. Nei primi anni del decennio si ostina una rivalità tra oggetti artigianali e manifattura industriale. Ma la sfida non vede né vinti né vincitori, e le iconografie etnica e pop trovano un equilibrio sul podio dell’estetica.
Libertà, di scelta e di espressione, è questa la parola chiave dei giovani consumatori che sfoggiano i diversi lifestyle attraverso capolavori di design. Tra gli altri, le celebri sedie di Panton, gli oggetti colorati di Sottsass, la Pop-Art di Paolozzi, i vetri di Sarpaneva e il design industriale di Lomazzi.
Decorative Art 70s: guardare al futuro
Questo volume illumina l’estetica futurista e sperimentale degli anni ’70. Dopo i rivoluzionari Sessanta, il mondo del design e dell’architettura diventa un vortice di idee.
Un’era effervescente fatta di scuole e movimenti opposti. Menti futuristiche creano progetti visionari, e se alcuni rimangono possibili solo sulla carta, altri non dimenticano la funzionalità. Ma c’è anche chi, invece, recupera il design industriale e lo traduce nel quotidiano. Insomma, non ci sono regole (o quasi).
Tra le pagine: i capolavori di Afra e Tobia Scarpa, l’estro di Luigi Colani e il design industriale di Achille Castiglioni. Ma riconosciamo anche l’avanguardia metabolista di Kisho Kurokawa, l’architettura high-tech di Norman Foster e i riferimenti di le Corbusier nei lavori di Richard Meier. Tre volumi. Tre decenni. E una storia incredibile.
Decorative Art 50s (Midi-Format) – TASCHEN Books
di Camilla Mantovani