Tratto dal romanzo “Sirley”, la storia di Nina e della sua famiglia viene raccontata nel film scritto e diretto da Elisa Amoruso. Maledetta Primavera mostra le difficoltà e le bellezze della prima adolescenza.
Il 3 giugno tutte le sale italiane hanno proiettato il film coming-of-age dell’estate, una dolce storia di formazione della giovane Nina, la cui pre-adolescenza si evolve sulle note dell’intramontabile “Maledetta primavera”. È proprio con la colonna sonora di Loretta Goggi che inizia il viaggio della protagonista, che a undici anni si trasferisce nella periferia di Roma insieme alla sua scapestrata famiglia.
In un’età in cui tutto sembra complicato, Nina, interpretata dalla giovanissima Emma Fasano, arranca tra problemi familiari e una nuova realtà che stenta ad accettare. Tra il rapporto confuso dei suoi genitori, interpretati dall’emblema della donna romana enigmatica Micaela Ramazzotti e Giampaolo Morelli, e un fratellino debole e problematico, il raggio di sole arriva con Sirley, una ribelle e bellissima compagna di classe originaria della Guyana francese.
Il legame con Sirley, interpretata da Manon Bresch, addolcirà a Nina il passaggio attraverso quell’intricato sentiero che è l’adolescenza, facendole scoprire se stessa, il corpo che muta, e aiutandola ad accettare i cambiamenti di una famiglia che si regge poco in piedi.
La storia di questa amicizia giovane e pura è trattata con leggerezza e dolcezza, senza oggettificazione del corpo femminile giovane, fin troppo praticata nel cinema italiano. I palazzoni grigi della periferia romana, a un certo punto, lasciano il posto alla costa laziale azzurra, che catapulta lo spettatore in un film di Rohmer degli anni ’60.
L’incontro tra due culture diverse per niente stereotipate, la rappresentazione delle difficoltà che ogni famiglia affronta nel quotidiano, la crescita e il rapporto veritiero e crudo con il resto del mondo rendono Maledetta primavera un grande e fortunatissimo esordio per la regista e sceneggiatrice Elisa Amoruso.
Un film autobiografico
Tutto è partito da una chiacchiera tra amici, racconta la Amoruso quando le viene chiesto perché ha deciso di scrivere della sua stessa adolescenza. Il film Maledetta Primavera, infatti, interamente sceneggiato e girato da Elisa Amoruso, è tratto dal suo romanzo semi-autobiografico “Sirley”, edito da Fandango.
Trasferitasi a tredici anni nella periferia romana, nei dintorni di Cinecittà, la Amoruso racconta di aver stretto un profondo legame con una ragazza adottata di origini brasiliane, che anni più tardi le ha ispirato la figura di Sirley. Il film, come il libro prima di lui, unisce realtà a fantasia, costruite sui sentimenti puri e i ricordi dell’età difficile e bellissima della sua stessa autrice.
Maledetta Primavera è il primo lungometraggio di Elisa Amoruso, che prima di buttarsi nel cinema si è dedicata ai documentari. Il suo lavoro più famoso è stato presentato al Festival del Cinema di Venezia nel 2019, e si trattava proprio del documentario sulla celebre influencer italiana: “Chiara Ferragni Unposted”. Con uno sguardo che scava dentro l’anima per cercare di carpire ciò che non viene detto (o postato), Elisa Amoruso fa della fragilità il grande pregio dei suoi personaggi e della sua scrittura.
di Annastella Versace