Farout: uno sguardo da altri punti di vista

Un festival che pone il focus sul rapporto tra l'uomo e lo spazio circostante, che porta a riflettere sul tema del luogo vissuto

BASE in via Bergognone 34 a Milano inaugura la prima edizione del  festival Farout, che durerà 45 giorni e ospiterà 38 artisti e collettivi nazionali (e non solo), coinvolgendo 7 Paesi, 6 prime nazionali. BASE apre al pubblico dopo un periodo difficile mantenendo i formati tradizionali, trasformandoli così che siano compresi nel presente e possano diventare esperimenti per il futuro.

Il nome Farout, come il pianeta più distante del sistema solare, sottintende la voglia di scoprire e iniziare un nuovo viaggio verso il futuro ignoto, dove si creeranno nuovi spettacoli artistici e tanto altro. Una spinta fortissima all’apertura di pensiero verso le novità, attraverso la quale sono possibili progresso ed evoluzione.

Un’immersione sensoriale completa grazie a performance, installazioni e panorami che fanno vivere un’esperienza unica. Il soggetto principale del festival è il rapporto tra l’uomo e lo spazio circostante. L’evento è molto suggestivo, e porta a riflettere sul tema del luogo vissuto. 

GAIA, il mappamondo che non si era mai visto

A introdurre le esposizioni, Gaia, opera realizzata dall’artista inglese Luke Jerram. Colpisce la rappresentazione tridimensionale della Terra, proprio la “casa” che ci accomuna. Il Pianeta ha ampie dimensioni, un diametro di 6 metri, è sospeso in aria e illuminato. Affascina lo spettatore e lo guida verso una autoriflessione sulla sua complessità. La vicinanza all’ambiente e alle sue tematiche è sempre più sentita. 

Traspaiono le dimensioni di collettività e condivisione tra natura, città e artisti, seppur non condividano lo stesso stile. Nonostante l’umanità sia accomunata sotto molti aspetti, la varietà tra gli individui non manca mai. Anche nel festival sorprendenti esposizioni, progetti e performance non smettono di stupire. Il visitatore è chiamato in prima persona a interagire nell’opera, accendendo la propria sfera sensoriale e umana. 

Luke Jerram fa immedesimare il visitatore in un astronauta, lasciandolo estasiato non solo dal Pianeta, rappresentato fedelmente dalle immagini NASA, ma anche dalla vita interconnessa degli abitanti, responsabili della casa comune. Da questo cambio di prospettiva è istintivo ridimensionare la nostra realtà. La società pare microscopica in confronto all’immensitá dell’universo. 

A circondare l’enorme mappamondo, una foresta, che avvicina ancora di più al tema dell’ecologia. Gli alberi saranno presenti fino al 24 giugno, dopo di che verranno donati al progetto Forestami, che si sta dedicando al miglioramento di Milano e del clima. 

Esclusivamente dal 10 al 17 giugno si terrà da parte di Threes una sonorizzazione accompagnata da un’esperienza multisensoriale. Jacopo Jenna, coreografo, performer e filmaker, il 10 e 11 giugno, in occasione dell’apertura, presenterà una performance dove suono e movimento saranno in stretta relazione.

Un festival per tutti

Farout è stimolante, suggestivo e interessante non solo per gli appassionati di ecologia, ambiente o astronomia, ma per tutte le persone curiose e aperte al progresso. Implica quindi un coinvolgimento a 360 gradi, un’esperienza sensoriale davvero emozionante.

di Margherita Sala

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