Il film che non delude il libro
È stata presentata in anteprima mondiale, fuori concorso, alla 78ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, “Dune”, l’ultima pellicola di Denis Villeneuve, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Frank Herbert. Difficilmente un film tratto da un libro, soprattutto così apprezzato come questo, ne dà la giusta rappresentazione. Eppure con questo “Dune” ci sono riusciti.
Ci aveva già provato Alejandro Jodorowsky nel 1974, ma non aveva mai completato l’opera; dieci anni dopo era riuscito nell’intento l’eclettico David Lynch, ma la sua opera non ricevette il successo sperato: fu criticato pesantemente dai fan del romanzo, ma nonostante ciò rimane un film cult del cinema fantascientifico.
L’attesissimo nuovo “Dune”, invece, sembra essere un capolavoro, che non delude i lettori ed entusiasma il pubblico amante della fantascienza, che forse da tempo non vedeva qualcosa di così coinvolgente, rispettoso dell’opera cartacea e del suo carattere quasi esistenzialista, precursore di mondi immaginari come quello di “Guerre Stellari”.
La complessa storia di “Dune”
In un futuro distante ma che ha l’essenza del nostro presente, l’umanità è riunita sotto un impero interstellare ed è dotata di una tecnologia che permette di viaggiare tra sistemi solari. Non esiste alcuna intelligenza artificiale, data la sua pericolosità, e l’uomo è riuscito ad evolversi grazie a una sostanza, detta “la spezia”, che si trova solo sul pianeta desertico Dune, di cui il duca Leto Atreides ha appena accettato la gestione dall’imperatore, togliendo il controllo alla casata Harkonnen. Protagonista della storia è il figlio del duca Leto, Paul Atreides.
Il libro di Herbert è stato pubblicato nel 1965 e ci viene proposto in versione cinematografica come se fosse stato scritto ieri, mostrando una metafora del mondo presente, di oggi come di 60 anni fa. Lo sfruttamento della Terra, delle risorse, la natura che muore sotto l’occhio noncurante dell’uomo, che la devasta, non curandosi delle conseguenze. I giochi di potere, che accomunano i nostri governi come il fittizio impero di cui Dune fa parte. La crisi esistenziale dell’uomo, incarnata in Paul, divorato dai dubbi e dai sogni premonitori.
E dopo “Dune”?
Dunque, questo film sta rivelando un grande successo di pubblico. Il motivo è da attribuirsi anche dall’ottimo cast, a partire dal protagonista Timothée Chalamet; insieme a lui, Rebecca Ferguson, Oscar Isaac, Josh Brolin, Stellan Skarsgård, Dave Bautista, Stephen McKinley Henderson, Zendaya, Chang Chen, Sharon Duncan-Brewster, Charlotte Rampling, Jason Momoa e Javier Bardem.
E quindi la domanda che già ci si pone è: ci sarà un sequel? Innanzitutto, il titolo originale è “Dune: Part One”, proprio perché questa parte della trama è solo la prima, dato che “Il ciclo di Dune” di Frank Herbert è composto da sei libri. Il regista Villeneuve ha tranquillizzato i fan, dando speranza per una seconda parte, visto anche il grande successo al box office.
Un trionfo meritato: “Dune” ci mostra un mondo immaginario e, con esso, la nostra più cruda realtà, un monito dal passato per il presente e, soprattutto, per il futuro.
di Maria Giulia Gatti