Cosa accade quando l’immaginazione di un creativo rivoluzionario incontra i canoni di una Maison famosa per la sua eleganza compassata? Accade che visione e heritage si fondono e si mescolano, dando vita ad una novità proiettata verso il futuro.
La collezione di Burberry Primavera/Estate 2022 permette all’essenza della casa di moda inglese di esplodere per poi ricomporsi sotto una veste nuova seppur fedelissima alla sua storia, mentre il Direttore Creativo Riccardo Tisci fa vibrare il suo animal instinct a colpi di trench sexy, capi ultra-aderenti e trasparenze studiate.
Capi decostruiti e sensualità per Burberry PE 2022
Animal Instinct, “istinto animale”, non è solo il titolo della collezione PE 2022 di Burberry, ma è anche il leitmotiv che ne percorre i capi e l’atmosfera. La sfilata digitale di presentazione vede infatti le modelle muoversi indossando orecchie prostetiche oblunghe che ricordano quelle di un fauno, mentre tutto intorno passano scenari e luoghi da vera e propria giungla urbana. Ma non solo: sembrerebbe proprio un istinto animale quello che ha portato il Direttore Creativo Riccardo Tisci a scardinare alcuni capi iconici della Maison, a spezzettarli per poi rimetterli insieme, originali ma comunque imbevuti della tradizione da cui provengono.
E da dove iniziare questa operazione “bestiale” di decostruzione e rinascita, se non dal leggendario trench Burberry? Quelle che sfilano sono giacche dalla sartorialità maestosa, ma che mostrano i tratti di un nuovo modo di intendere questo capo spalla senza tempo: quando dei revers dalle proporzioni esagerate, quando delle costruzioni smanicate con dettagli a catena, quando addirittura delle versioni in misto gabardine e cotone/lino in più colori. A sorprendere più di tutti sono però i trench e i car coat completamente aperti sul retro, vero e proprio coup de théâtre che rivela biancheria intima e costumi da bagno declinati nelle stampe di stagione.
Ecco dunque che l’istinto animale vira nella sensualità, mai urlata ma sempre ben presente. I volumi over di mantelle e camicie accennano allo street style già caro a Tisci e si alternano alle aderenze di body, leggings e catsuit, mentre i tessuti tecnici elasticizzati contrastano con mohair e frange che rimandano al mondo animale. Qua e là compaiono corsetti audaci, fintamente rigidi ma in realtà sinuosi nell’adattarsi alle movenze del corpo. La fiducia in sé è femmina, e questo la rende ancora più sexy.
L’essenza Burberry fra stampe astratte e accessori must-have
Non c’è tartan nella PE 22 di Burberry: Riccardo Tisci dimostra che non serve per rendere la Maison perfettamente riconoscibile. Al suo posto, stampe fra il camouflage e il geometrico che rendono fluidi i capi, intarsi color block che sembrano quasi il manto di un animale fantastico.
La stampa Universal Passport si ripete e si sovrappone su top e maglie, mentre ai tessuti monocromo dalla mano decisa fanno da contraltare gli abiti in mesh traforati, i body con dettagli cut-out e addirittura un completo in tulle e cristalli.
I colori di stagione sono prettamente Burberry, ma sempre con un twist inatteso. Ai classici beige, fulvo, noce, bianco e nero si accosta infatti anche un intenso marrone biscotto, mentre le stampe raggiungono picchi di giallo, rosso, arancione e rosa bubblegum.
Le fantasie astratte e le colorazioni della collezione ritornano anche negli accessori, a partire dalla nuova borsa The Rhombi, tracolla ellittica in pelle o in versione in gabardine di cotone ispirata all’intramontabile trench. Torna anche la borsa a mezzaluna Olympia, più morbida e con cinturino circolare.
Le scarpe sono infine il tocco in più per conferire ad ogni look un’eleganza squisitamente sensuale. I sandali a punta quadrata in pelle di vitello lasciano che una barra a T corra lungo il dorso del piede per allacciarsi alla caviglia, un gioco ottico che, dai lati, fa apparire le estremità come nude in equilibrio su un tacco invisibile. Ben più corposi gli stivali a calzino sopra al ginocchio aperti in punta, perfetto complemento per qualsiasi outfit che voglia lasciare il segno.
di Martina Faralli