La discreta musa Dior
Si intitola “Miss Dior” il libro di Justine Picardie che ricostruisce la storia di Catherine Dior, sorella e musa del couturier Christian, eroina della Resistenza e sopravvissuta alla deportazione in un campo di concentramento.
Dietro questo soprannome, diventato iconico, si nasconde una musa discreta, un’eroina della Resistenza: Catherine Dior, la sorella minore di Mr. Dior, appassionata amante, come suo fratello, della natura e dei fiori.
La rinascita incondizionata della natura e lo sbocciare dei fiori rappresenta, per entrambi, la luce di una forza vitale che nasce dalla terra e contrasta il momento di guerra che l’Europa vive all’epoca. I continui bombardamenti, stupidi e selvaggi, trasformano le persone in fantasmi, presenze spettrali ammalate, privandole dell’amore per la vita.
Catherine Dior coltivava anche un magnifico roseto che fu la fonte di ispirazione della fragranza che prende da lei il suo nome ed è tuttora tra le più celebrate della casa di moda francese, Miss Dior. L’autrice dedica per la prima volta un libro a questa donna misteriosa e delicata.
Si tratta della storia di un’eroina improbabile, l’ultima nata di cinque figli nell’agiata famiglia Dior. Presto, tuttavia, la fortuna della famiglia si dissolve a causa di fallimenti immobiliari e si rovescia ogni possibilità di una vita dedita agli svaghi.
Nel 1935, l’adolescente abbandona la nobile residenza di famiglia per trasferirsi in una fattoria in Provenza. È qui che Catherine si innamora di Hervé des Charbonneries, membro della resistenza, alla quale poco dopo si unisce anche lei, sotto il nome in codice di “Caro”. Catherine Dior è stata una coraggiosa eroina della Resistenza contro il nazismo.
Coraggio e Couture
Le storie dei fratelli sono profondamente intrecciate: nella Francia occupata, mentre Christian affina le sue abilità di couturier, Catherine si dedica alla Resistenza. Fu catturata dalla Gestapo e inviata a Ravensbruck, l’unico campo nazista esclusivamente per donne. Membro della Resistenza, arrestata nel luglio 1944, torturata brutalmente e deportata nel campo di concentramento di Ravensbruck.
Quando tornò a Parigi nel maggio 1945, sfuggita a una marcia della morte, era così emaciata che suo fratello non la riconobbe. Era troppo malata perfino per mangiare la cena celebrativa che le aveva preparato. Era una presenza spettrale e, in una certa misura, lo sarebbe sempre stata. Per il resto della sua vita, Catherine non parlò mai di ciò che aveva sopportato. Solo due anni dopo sarebbe stata al suo fianco quando lo stilista presentò la linea New Look che avrebbe cambiato il corso della moda.
Dior, infatti, durante la guerra aveva lavorato per il couturier Lucien Lelong e aveva mostrato la sua collezione di debutto in Avenue Montaigne, a Parigi, il 12 febbraio 1947, trionfando con il suo New look, com’era stato battezzato da Carmel Snow, redattore di American Harper’s bazaar.
Nel pubblico ad applaudirlo c’era anche sua sorella, che respirava il profumo a lei dedicato da suo fratello: le modelle sfilavano diffondendo la fragranza Miss Dior, la cui formula era a base di gelsomino e rose, che Catherine adorava, lavorando come fiorista. Ma come ammette Justine Picardie, Catherine sarebbe rimasta sempre e solo una “presenza immateriale” nella maison.
Più tardi ci sarebbe stato anche “Mille Fleurs”, un iconico abito da sera senza spalline e ricoperto di petali cuciti a mano, soggetto, negli anni, a innumerevoli rivisitazioni e interpretazioni.
Catherine, però, nelle fotografie, ha sempre un aspetto pratico. I suoi abiti sono scelti per il calore e la comodità, non per attirare l’attenzione. Sul suo estremo coraggio durante la guerra non c’è dubbio, ma anche in questo caso non c’è nessun diario, nessuna lettera, poche testimonianze.
Picardie ha viaggiato nei luoghi significativi della vita di Catherine, tra cui Les Rhumbs, la villa della famiglia Dior con i suoi magnifici giardini; la Maison Dior a Parigi; e La Colle Noire, il castello che Christian lasciò in eredità alla sorella.
Il libro non si limita a raccontare la storia di Catherine, il modo in cui abbia influito sulla creazione del mondo Christian Dior, ma svela anche un legame profondissimo tra fratelli sullo sfondo di una Francia bellica e postbellica. Il tutto corredato di molte illustrazioni in bianco e nero.
di Virginia Scarano