Nonostante la città sia ancora in preda all’ondata di Omicron, la settimana della moda di Parigi verrà lanciata martedì. L’industria è determinata a tornare sulle passerelle dopo quasi due anni di assenza, durante i quali la maggior parte dei marchi è stata costretta a rifugiarsi – reinventandosi – in una dimensione digitale.
Per questa edizione della settimana della moda maschile, i nomi celebri dell’industria sono tornati a sfilare: circa 17 dei 76 marchi del calendario ufficiale dell’abbigliamento maschile di Parigi – inclusi grandi nomi come Dior, Hermès e Rick Owens – torneranno in passerella, rispetto ai soli 6 della scorsa estate.
Un inno alla vita, ma senza dimenticare
Nonostante il clima generale di rinascita, questa edizione avrà un inevitabile retrogusto amaro, quando Louis Vuitton presenterà la collezione finale dello stilista statunitense Virgil Abloh, scomparso a novembre all’età di 41 anni dopo una battaglia privata contro il cancro. Tale è l’interesse attorno ad Abloh che Louis Vuitton presenterà la sfilata per due volte nella giornata di giovedì.
Le novità
Questa edizione riparte con entusiasmo, atmosfera di rinascita e una dose massiccia di novità in fatto di volti e personalità, come ad esempio il nuovo direttore artistico di Kenzo. Molti i curiosi di cosa farà il veterano dello streetwear Nigo. C’è anche clamore intorno all’etichetta francese Egonlab – lanciata due anni fa con una serie di video artistici – e che ora fa la sua prima incursione nel calendario ufficiale.
“Presentare il tuo lavoro insieme alle grandi case che ci hanno fortemente influenzato, fa qualcosa per te”, ha affermato il co-fondatore Florentin Glemarec. Tuttavia – come molti nuovi arrivati della moda – Egonlab sta abbracciando sia il mondo offline che quello online, con una linea di abbigliamento digitale NFT e Metaverse che sta sviluppando in collaborazione con il marchio di calzature Crocs.
L’alta moda
Anche gli stilisti dell’alta moda stanno tornando in passerella, con 18 maison su 29 che pianificano spettacoli dal vivo, anche se la situazione pandemica potrebbe cambiare i piani fino all’ultimo istante.
Alcuni cambiamenti sono già stati annunciati: la serata di beneficenza Sidaction per raccogliere fondi per la ricerca sull’AIDS – che tradizionalmente segna la fine della settimana dell’Haute Couture – è stata posticipata a luglio.
Così come Giorgio Armani, che ha cancellato la sua sfilata di abbigliamento maschile a Milano e la sfilata di Haute Couture a Parigi per l’ultima ondata di casi di Covid. Decisione che ha suscitato un senso di deja-vu, poiché è stato il maestro italiano 87enne a cancellare per primo le sue sfilate nei primi giorni della pandemia nel febbraio 2020. Scelta condivisibile?
“È una loro scelta”, ha affermato Pascal Morand, direttore della Federazione francese per l’alta moda e la moda. “Abbiamo imparato a convivere con il virus […] Il digitale arricchisce il fisico, ma non può sostituire il lato emotivo e sensoriale delle sfilate” – conclude.
di Martina Tronconi