Dior FW 22
Dior sfila a Parigi con una collezione firmata Kim Jones in una location suggestiva che richiama il ponte di Alessandro III; sullo sfondo i palazzi della capitale, con tanto di Tour Eiffel. Nel giorno del compleanno del celebre fondatore Christian Dior, vengono sfoggiati capi che rivisitano il codice dello stile di 75 anni fa in chiave moderna.
A Parigi il tempo è magico e allo stesso tempo poco importante, si viene avvolti da un’atmosfera romantica e rapiti dalle bellezze architettoniche che circondano. Una voce narrante racconta le scelte degli stilisti, l’importanza dell’architettura, richiamata anche dall’allestimento, e la ripresa dei colori candidi dei marmi nei tessuti come postilla per la scultura.
La collezione sulla runway
Sulla passerella sfilano capi dallo stampo classico, con pantaloni eleganti oversize nelle tonalità del grigio chiaro, panna e nero. Giacche dal taglio sartoriale, con un rever classico, sciancrate e dai profili ben definiti; sotto camicie di cotone bianche. L’uomo Dior è basic ed elegante: niente colori forti ma non mancano dettagli luminosi come necklace, bracciali, fibbie con Swarovski. Sfilano capi in stampa animalier e coprispalle in pelliccia o con strass nei toni del marrone, maglioni con fiori ricamati molto leggeri.
Gli accessori vanno dalle maxi bag con le stampe della Maison francese, a piccole pochette in nuances abbinate ai completi. Un tocco di classe dato ai modelli che vestivano di rosa cipria sono state le rose vere portate a braccio, un senso di freschezza per una stagione in cui la primavera sembra ancora lontana. Quasi tutti gli outfit erano accompagnati da baschi in tinta di svariati tessuti: dalla pelle di agnello nera al raso, fino al classico tweed. Le calzature proposte sono principalmente sandali invernali grigi, sneakers basic total white e mocassini in pelle nera.
L’evento si conclude con la promenade finale della capsule al di sopra del ponte ricreato ad hoc, affinché sia guardata e ammirata dagli ospiti proprio come si fa con le statute in un museo.
di Camilla Prampolini