Le antichità greche e romane in mostra a Milano
Considerare il classico non solo come un’eredità del passato, ma soprattutto come un elemento vitale, in grado di incidere sul nostro presente e futuro. È questa la prospettiva nella quale vuole inserirsi la mostra di Fondazione Prada a cura di Salvatore Settis. Recycling Beauty, infatti, si presenta come un’inedita ricognizione dedicata al tema del riuso di antichità greche e romane in contesti post-antichi: dal Medioevo al Barocco. La mostra sarà visitabile dal 17 novembre 2022 al 27 febbraio 2023. Il progetto espositivo, concepito da Rem Koolhaas/OMA con Giulio Margheri, si sviluppa in due edifici della Fondazione milanese, il Podium e la Cisterna, come un percorso di analisi storica, scoperta e immaginazione.
L’opera d’arte acquista nuova vita
Recycling Beauty intende focalizzare l’attenzione sul momento in cui il pezzo antico abbandona la propria condizione iniziale o di rovina e viene riattivato, acquistando nuovo senso e valore grazie al gesto del riuso. Ogni elemento di reimpiego non solo modifica il contesto in cui è inserito, ma ne viene a sua volta modificato in un meccanismo di reciproca legittimazione e attribuzione di senso.
Temi come la serialità, il riuso e il riciclo nell’arte sono strettamente legati alla nostra concezione di modernità, ma testimoniano anche la straordinaria persistenza di alcuni valori, categorie e modelli classici. Attraverso un innovativo approccio interpretativo e modalità espositive sperimentali, il patrimonio antico, e in particolare quello greco-romano, diventa, per usare le parole di Settis: “una chiave di accesso alla molteplicità delle culture del mondo contemporaneo”.
Il percorso espositivo
Questo percorso stratificato ospita oltre cinquanta opere d’arte altamente rappresentative, provenienti da collezioni pubbliche e musei italiani e internazionali come Musée du Louvre di Parigi, Kunsthistorisches Museum di Vienna, Ny Carlsberg Glyptotek di Copenhagen, Musei Capitolini, Musei Vaticani e Galleria Borghese di Roma, Gallerie degli Uffizi di Firenze e Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Un gruppo di opere testimonia come, sebbene le immense rovine di Roma dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente si riducessero in frantumi nel giro di poche generazioni, quei residui fossero visti come un vasto repertorio capace di custodire e rinnovare valori e simboli latenti dell’antichità. Alla statua colossale di Costantino, una delle opere più importanti della scultura romana tardo-antica, saranno dedicate due sale della Cisterna. Due monumentali frammenti marmorei, la mano e il piede sinistro, normalmente esposti nel cortile del Palazzo dei Conservatori a Roma, saranno accostati a una ricostruzione del Colosso in scala 1:1, mai tentata prima, che evidenzia come l’opera sia il risultato della rielaborazione di una più antica statua di culto, probabilmente di Giove.