Mercoledì 23 novembre, Lugano. Philipp Plein ha aperto le porte del suo headquarter svizzero con una conferenza stampa per presentare la sua nuova linea Plein Sport. Il founder del brand ha presentato in prima persona la visione di un brand che vuole essere funzionale e tecnico, pur mantenendo le caratteristiche distintive della linea Philipp Plein. Oggi abbiamo avuto il piacere di intervistarlo per farci presentare la visione dietro questo nuovo progetto.
Credi che aver creato una seconda linea senza le caratteristiche tipiche del tuo brand, Philipp Plein, ti abbia fatto scendere a compromessi nella tua estetica e identità?
No, sono rimasto molto autentico alla mia linea e al mio stile. Non sto cercando di essere qualcun altro, non puoi cambiare il mio DNA. Ho avuto un approccio completamente diverso nel creare questo brand sin dall’inizio, e questo mi ha dato l’opportunità di ricostruire tutto: come avere una seconda possibilità nella vita, un nuovo inizio. Tutto quello che ho imparato nei miei 24 anni di carriera l’ho applicato ora per creare questo nuovo marchio: agli albori di Philipp Plein non sapevo assolutamente nulla sulla moda, la distribuzione, il design. Ero soltanto un sognatore speranzoso e ho creduto nei miei sogni ancor prima che si realizzassero. La chiave del successo non è solo sognare, ma crederci. Questo è l’ostacolo che molte persone non riescono a superare. Quando ho creato la nuova linea volevo soltanto provare nuove cose, ma nulla è lasciato al caso: questo progetto è perfettamente organizzato e progettato.
Hai in mente per il 2023 delle strategie di marketing digitali che riguardano il metaverso?
Sì. Ora il clima sul metaverso, gli NFTs e le criptovalute si è lievemente tranquillizzato, e credo sia molto positivo che il mercato si sia auto-regolato perché tutto stava sfuggendo un po’ di mano: i prezzi si sono alzati da 0 a 100, le persone hanno iniziato a investire sull’arte digitale somme di denaro spropositate e anche i non esperti del settore si muovono liberamente in questo mercato. Ora la situazione si è calmata perché attualmente nel metaverso non si trovano più delle esperienze emozionanti: è tutto limitato in termini di risoluzione e accesso; banalmente ad oggi puoi accedere al metaverso solo attraverso un computer fisso, e non mediante un dispositivo mobile.
L’80% delle persone oggi naviga in internet solamente con il cellulare, questo gli impedisce l’accesso al metaverso. Finché questi ostacoli non verranno superati, il metaverso rimarrà un parco giochi di pochi tecnici esperti e visionari che guardano al futuro. Per noi è importante far parte di questo processo di cambiamento perché crediamo che il metaverso sia parte del nostro futuro, cambierà il modo in cui consumeremo, comunicheremo e lavoreremo. Stiamo continuando a svilupparci in questo universo di crypto, NFTs, blockchain e nuove tecnologie: abbiamo lanciato qualche settimana fa il primo progetto NFT con un partner nell’industria dell’eyewear, ed è andato sold-out il primo giorno. Faremo un secondo lancio il prossimo anno dove il consumatore avrà la possibilità di acquistare un paio di occhiali fisico con a fianco un NFT.
Lanceremo anche un orologio, il crypto king, che verrà venduto insieme a un NFT. Stiamo dunque pianificando una serie di drops, di oggetti fisici in combinazione con NFTs. Accettiamo crypto da tutto il mondo, sia negli store fisici che in quelli online, e abbiamo sviluppato un sistema che permette di pagare esattamente il prezzo del momento, perché le crypto sono talmente variabili che potresti pagare un paio di sneakers 100 dollari la mattina e 170 dollari la sera. Noi ci assicuriamo che il cliente paghi il valore esatto della merce nel momento della transazione. Nonostante il futuro sia in questa direzione, crediamo che non abbia senso lanciare ora qualcosa che il mercato non saprebbe apprezzare: ad oggi c’è poco entusiasmo, ma la situazione si riassesterà presto.
Staccandoti dal panorama della moda, come si differenzia il brand Philipp Plein Sport dai grandi big del mercato?
Il mercato dello sportswear genera un turnover molto maggiore del segmento moda. Questo è impressionante perché è dominato soltanto da 5-6 big players, mentre nell’industria fashion c’è un mercato minore e almeno 15 marchi che se lo spartiscono. Sono molto fiducioso che creare un nuovo marchio in questo mercato sarà un successo, perché il consumatore non ha molta scelta ora, e una nuova linea gli darebbe nuovi stimoli. Crediamo che ci sia un grande potenziale e vogliamo essere diversi nel design – che è strong e massimalista – e nei dettagli. Con questa nuova linea vogliamo avere due approcci diversi al consumatore: qui stiamo vendendo un prodotto, non un brand. In questo settore è più importante la funzionalità rispetto al design, devi testare la stabilità e trovare un buon equilibrio tra design, innovazione e funzionalità.