La recente sentenza del TAR della Liguria ha stabilito che, a partire dal 2026, l’affidamento diretto alla Rai non sarà più consentito senza una gara pubblica, aprendo scenari inediti e innescando un acceso dibattito sulle sorti dell’evento musicale più iconico del Paese.
Un’istituzione messa alla prova
Per la Rai, il Festival rappresenta un asset fondamentale, con introiti pubblicitari che superano i 60 milioni di euro contro costi operativi di circa 20 milioni. Ma non si tratta solo di cifre: Sanremo è una parte essenziale della sua identità, come ha sottolineato Pippo Baudo, definendolo “l’ultimo grande evento popolare del servizio pubblico”. L’eventuale perdita del Festival sarebbe un duro colpo economico e un simbolico distacco da un’eredità che ha accompagnato generazioni.
Le possibili alternative e i rischi
Qualora la Rai non dovesse aggiudicarsi il bando, grandi player come Mediaset o Warner Bros. Discovery potrebbero inserirsi nella corsa. Mediaset potrebbe puntare sui suoi volti storici, mentre Warner potrebbe proporre figure già legate al Festival, come Fabio Fazio o Amadeus. Tuttavia, l’ingresso di un colosso legato a case discografiche solleva dubbi etici, rischiando di compromettere la natura equa della competizione. Inoltre, il passaggio a piattaforme come DAZN o Sky potrebbe allontanare il pubblico tradizionale, meno incline alle nuove tecnologie.
La lunga affiliazione tra Sanremo e Rai va oltre il semplice contratto. La rete pubblica ha garantito al Festival un’impareggiabile distribuzione capillare, oltre a una produzione di qualità e un appeal trasversale, come dimostrano i record di ascolti delle ultime edizioni. Separare questo binomio rischierebbe di minare l’essenza stessa del Festival, che per molti rappresenta un rituale collettivo in grado di unire il Paese.
Cosa riserva il futuro?
L’edizione 2025 sarà ancora sotto l’egida della Rai, ma il futuro è carico di incognite. La gara pubblica potrebbe spingere l’emittente a intensificare gli investimenti per mantenere il controllo, ma una perdita sarebbe devastante per la sua immagine e i suoi bilanci. In un’epoca di frammentazione televisiva, il Festival di Sanremo rimane un raro momento di coesione nazionale, un patrimonio che va ben oltre lo spettacolo: è un simbolo dell’identità italiana che nessuno può permettersi di disperdere.
Il destino di Sanremo è ora nelle mani del futuro bando. Chi vincerà questa sfida dovrà non solo preservare la tradizione, ma anche portare innovazione, senza snaturare un evento che appartiene al cuore del pubblico. E tu, sei pronto a vedere cosa riserva il prossimo capitolo di questa storia leggendaria?