Trump rilancia i dazi: l’Europa reagisce, ma il boicottaggio dei prodotti americani è davvero la risposta? – Gilt Magazine

Trump rilancia i dazi: l’Europa reagisce, ma il boicottaggio dei prodotti americani è davvero la risposta?

Dazi alle stelle, supermercati nel mirino e un’App per evitare la Coca-Cola. L’America alza i muri fiscali, ma l’Italia rischia l’autogol

a cura della Redazione

Donald Trump ha mantenuto la promessa: con il suo ritorno alla Casa Bianca ha ufficialmente lanciato una nuova guerra commerciale. Dal 1° aprile, gli Stati Uniti applicano un dazio del 10% su tutte le importazioni, che sale al 20% per i beni provenienti dall’Unione europea, fino ad arrivare al 34% per quelli cinesi. L’obiettivo, secondo il presidente, è rilanciare l’economia interna, riportare posti di lavoro negli Stati Uniti e ridurre l’inflazione.

Ma le previsioni degli economisti raccontano un’altra storia. L’aumento dei prezzi, la pressione sulla Banca centrale e il rischio di recessione globale sono scenari tutt’altro che remoti. E mentre l’Europa valuta una risposta unitaria, in Italia qualcuno ha già deciso di reagire: nasce Trump Tax, un’app per identificare (ed evitare) i prodotti americani sugli scaffali del supermercato.

A proporla sono stati i leader dell’Alleanza Verdi e Sinistra, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, con l’intento di promuovere il consumo di beni italiani o europei. Un gesto simbolico che, però, rischia di avere più effetti collaterali che benefici. Il boicottaggio, infatti, si tradurrebbe in un aumento dei prezzi per i consumatori italiani, senza alcun vantaggio reale per l’economia nazionale. Una “barriera non tariffaria” che colpisce chi compra, non chi esporta.

Nel 2024, l’Italia ha esportato beni per 70 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Un dazio del 20% potrebbe costare fino a 14 miliardi in export persi, colpendo settori chiave del made in Italy. E il problema è duplice: non solo gli Stati Uniti penalizzano i partner storici come l’UE, ma le possibili contromisure rischiano di danneggiare anche i consumatori europei.

Bruxelles è ora chiamata a decidere: rispondere con misure equivalenti – come dazi simbolici su settori mirati, dalle moto Harley Davidson ai prodotti iconici USA – oppure rafforzare i rapporti con partner alternativi, come i Paesi del Mercosur. La seconda opzione sembra, al momento, la più strategica.

Il protezionismo americano, dunque, rischia di aprire una fase di instabilità commerciale. Ma rispondere con reazioni impulsive – come il boicottaggio al supermercato – non appare la soluzione più efficace. Come sempre in economia globale, l’equilibrio è fragile e la politica del “noi contro loro” raramente porta benefici

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