Chirurgia estetica al maschile: sono i baby boomers, uomini fra i 40 e i 55 anni ai quali la competitività sul lavoro impone un aspetto giovanile. «Per loro, ripristino dei volumi e metodi mini invasivi» dice il chirurgo plastico Alessandro Gennai
Bellezza cosa da donne? E chi lo dice? In questo strana realtà in cui viviamo sempre più ometti ormai affollano le sale d’attesa degli ambulatori di chirurghi plastici ed estetici alla disperata ricerca di ritocchini “soft” e soprattutto poco dolorosi – perché il dolore, si sa, i maschietti non lo sopportano proprio! -. In America, secondo i dati dell’Asaps (American Society for Aesthetic Plastic Surgery) gli uomini che si rivolgono al chirurgo estetico sono aumentati dell’88% dal 1997 a oggi. Una tendenza che ha conquistato anche il rude maschio italico il quale, a detta di Alessandro Gennai, chirurgo plastico socio dell’European Academy of Facial Plastic Surgery (Eafps) rappresenta circa «il 30% dei pazienti che arrivano nel mio studio e sempre gli uomini costituiscono il 10% dei pazienti che richiedono interventi al viso. Per la maggior parte si tratta di 40-55enni, i cosiddetti baby boomers, figli del benessere economico. Arrivati a questa età, si trovano a ricoprire il ruolo professionisti all’apice della carriera in un mondo del lavoro competitivo, che impone loro un aspetto giovanile e fresco. Per questo, sempre di più, arrivano a giocarsi anche la carta della chirurgia estetica».
Evviva la parità sessuale!!
Antonia Opipari