Una voce nel silenzio: Lupita Nyong’o

Lupita Nyong’o in questi dieci anni di carriera ha collezionato un successo dietro l’altro. E non solo sul grande schermo

di Maria Giulia Gatti

Protagonista dello spin-off di A Quiet Place

È nelle sale cinematografiche italiane da giovedì 27 giugno, A Quiet Place – Giorno 1 (titolo originale, A Quiet Place: Day One), scritto e diretto da Michael Sarnoski. Il film è il terzo lungometraggio della serie, dopo A Quiet Place – Un posto tranquillo e A Quiet Place II, e si tratta di un prequel rispetto alle vicende narrate nella prima e nella seconda pellicola.

Nei primi due film si racconta, infatti, come nel 2020 il pianeta Terra sia stato invaso da alieni incapaci di vedere, ma con un udito molto sensibile; gli umani sopravvissuti sono quindi condannati a non emettere il minimo rumore allo scopo di non essere scoperti e attaccati. Protagonista di queste due pellicole è la famiglia Abbott, composta da Lee (John Krasinski, che è anche regista di queste due opere), la moglie Evelyn (Emily Blunt) e i tre figli, ormai in balìa delle creature aliene da novanta giorni.

A Quiet Place – Giorno 1, essendo un prequel, racconta invece come si sono svolte le prime ore dell’attacco alieno (brevemente anticipato in A Quiet Place II) e la protagonista è ora Samira, Sam, una malata terminale che si ritrova in un teatro di marionette a New York, insieme al suo gatto Frodo, quando oggetti simili a meteoriti attaccano la città; insieme a lei, la compagnia di diverse figure maschili: l’operatore assistenziale Reuben, Henry (un sopravvissuto che diventerà poi il capo di una colonia nel sequel) ed Eric, uno studente di legge.

Il cast è formato da Lupita Nyong’o nei panni di Sam, Alex Wolff (Luis Alvarez in Oppenheimer) nel ruolo di Reuben, Djimon Hounsou (Amistad, Blood Diamond) come Henry e, infine, Joseph Quinn (Stranger Things 4) che interpreta Eric.

Lupita Nyong’o: bellezza, voce, forza

Il talento di questa attrice, nata in Messico e di origine kenyota, non è sfuggito fin dal principio; è, infatti, al suo debutto cinematografico nel 2013 con l’interpretazione della schiava Patsey in 12 anni schiavo che si aggiudica il premio Oscar alla miglior attrice non protagonista. Con una partenza simile il percorso era già scritto, e in questi dieci anni ha collezionato un successo dietro l’altro. E non solo sul grande schermo.

È apparsa sulle copertine delle principali riviste di moda, come Vogue ed Elle; nel 2020 è apparsa nella lista di Forbes dedicata alle 50 donne più potenti africane, e l’anno prima ha anche debuttato sulla scena musicale con Melanin, insieme a Ciara. Ora la sua voce sarà ancora una volta la protagonista; a settembre, infatti, sarà proiettato al Toronto International Film Festival il film d’animazione The Wild Robot, basato sull’omonima serie di libri scritta da Peter Brown. A prestare la voce a questo robottino abbandonato sarà proprio Lupita Nyong’o; insieme a lei, Pedro Pascal, Catherine O’Hara e Bill Nighy.

Un talento poliedrico, dunque, in grado di incantare e di mostrare una grande forza, di far sentire la propria voce, anche quando si è costretti al silenzio.

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