Tolte le ghirlande dalle porte, rimosse le decorazioni dall’albero e risistemato l’equipaggiamento natalizio nelle cantine, le nostre case perdono quell’atmosfera di festa che hanno mantenuto per quasi un mese e ci accolgono nella nostra rassicurante routine: gennaio è per antonomasia il mese in cui si ricomincia, si riparte da zero e, spesso, ci si sforza di tenere fede ai buoni propositi stilati euforicamente a Capodanno. Ma per i fashion-addicted, il mese di gennaio non rappresenta solo la possibilità di un nuovo, metaforico, inizio, ma propone alla mente anche un’altra associazione: quella con le sfilate e, per la precisione, con quelle dedicate all’uomo.
Per tutto il mese di gennaio Gilt vi terrà informati sullo sfavillante mondo del fashion system e sugli eventi che ruotano attorno ad esso, regalandovi interessanti anteprime: si parte con le sfilate uomo londinesi, per poi tornare in Italia, per la precisione a Firenze, e addentrarci nel Pitti, e infine concludere nella capitale della moda con il White e i defilés dedicati a lui.
Caratteristiche precipue della moda maschile sono l’essenzialità e l’eleganza, linee guida che percorreranno i contributi del magazine dedicati alla moda maschile, con focus su marchi che di queste due caratteristiche hanno fatto una filosofia: Hermès, Gucci e Burberry. Il must per un outfit di successo è che non sia mai “over-accessorized”, dunque per l’uomo si propongono interessanti soluzioni di accessori essenziali ed estemporanei, ma comodi e funzionali, come la nuova gamma Rolex.
Attorno all’universo maschile ruotano anche i contributi per i cinefili: il cinema italiano, e in particolare la sua vis comica, è protagonista di “Cinezoom” con attori del calibro di Massimo Troisi e Roberto Benigni, e grandi attori di Hollywood sono al centro delle pellicole in uscita in questi giorni: il Bradley Cooper engagé di “American Sniper” e il tormentato Russel Crowe di “The Water Diviner”.
Di blu si tinge anche l’intervista del mese, dedicata al designer Furne Amato, nella quale risuona l’eterna domanda se sia l’arte a imitare la vita o viceversa. La questione aleggia anche nel nuovo film di Tim Burton “Big Eyes”, e se Oscar Wilde ha a suo tempo dato la sua risposta (“Life imitates art far more than art imitates life”), io preferisco lasciare l’interrogativo aperto, invitarvi a leggere la recensione del film e a cercare la vostra.
di G. P.