La collezione PE 22 di Antonio Marras è costruita attorno al concetto simbolico del fuoco, simultaneamente distruttivo e rigenerativo. Il designer algherese è stato infatti particolarmente toccato dagli incendi che hanno duramente colpito la sua terra, la Sardegna. “Una distruzione senza precedenti”, afferma il Presidente della regione Christian Solinas, che ha raso al suolo 20.000 campi da calcio di natura selvaggia.
Ed è così che la cornice paesaggistica della collezione si presenta annerita, senza vita, come conseguenza delle implacabili fiamme che l’hanno afflitta durante l’estate. Ma la natura ci sorprende sempre, e se solo le lasciamo il modo è capace di fiorire nuovamente. Infatti, le strutture, i materiali e i colori degli abiti creano contrasti che comunicano un senso di speranza, come una feniceche rinasce dalle ceneri.
Antonio Marras Primavera/Estate 2022
La collezione, presentata in formato digitale, consiste in un video girato proprio in questi luoghi devastati. A Santu Lussurgiu, nel cuore del Parco Montiferru, 650 dei 750 acri sono andati in fumo.
Le modelle e i modelli sardi si muovono su questa terra bruciata, seri e composti, accompagnati da musiche diverse, in un crescendo di emozioni. La sfilata comincia con una frase di un brano della cantante italiana Nada, la quale lo ha appositamente modificato per la sfilata di Marras: “Avevo una ferita in fondo al cuore. La sentivo, la sentivo bruciare. Ma non volevo soffrire”.
Gli abiti sono elaborati, definiti nel minimo dettaglio. Nulla è lasciato al caso. La percezione è quella di un mix tra haute couture e moda sperimentale, per una collezione omogenea e caratterizzata da pezzi unici. Ed è così che troviamo tulle, pizzi, ricami, sangallo che caratterizzano ogni capo, dalla semplice camicia al tailleur floreale.
Non mancano i particolari più contemporanei come giubbotti dalla vestibilità over intarsiati e lingerie a vista, per look freschi e moderni. I modelli invece propongono un insieme di quadri, tartan, righe e fiori che si abbinano a colori basici come l’ecrù o a stampe fiorite. Il nero e il bianco giocano un ruolo fondamentale nella scelta della palette, nonostante l’accostamento a stampe e dettagli preziosi li rendano obsoleti.
Il messaggio di chiusura della sfilata è carico di speranza per il futuro
“Rinascerà tutto più rigoglioso di prima, ritornerà il verde e rifioriranno le rose. Guarirà quella ferita in fondo al cuore, deve guarire per forza”, questo l’omaggio dello stilista alla terra sarda.
di Carlotta Gasparato