Ad aprire la quarta giornata di Milano Moda Donna la splendida collezione firmata da Tomas Maier per Bottega Veneta.Femminilità anni ’40: abiti sofisticati e glamour per tutte le ore del giorno. Scivolati e impalpabili, oppure con stampe accostate, meglio se impreziositi da inserti in ayers e elafe, pizzi, fiori e tagli geometrici che fanno intravedere la pelle. Cocktail dress costruiti interamente da frange di stretto tubolare che, inaspettatamente, si riuniscono stretti e ricuciti a formare reggiseni dall’aspetto bustier. Camicie con i plastron di scaglie e paillettes di resina bianca con una mezza manica allargata dall’insolito volume, quasi avvolgente e bluse trasparentissime che lasciano reggiseni a vista.
Lunghezze rassicuranti e mai eccentriche, appena sotto al ginocchio e una scelta cromatica che guarda all’essenzialità: tante stampe floreali, rosso, beige chiaro, bianco e nero.
La ricercatezza maniacale nei tessuti riassume il concetto di sempre di Maier: “Senza artigianalità non c’è lusso”.
Cashmere e cotone che si svolgono in double face, canvas ottenuto con una mischia di lino e cotone e un tessuto che sembra carta e un nylon, ai quali il popeline di cotone regala un sostegno diversamente irraggiungibile. Sete fluidissime dalla consistenza liquida del jersey, e ancora crêpe di Chine, chiffon e georgette di seta.
Le lavorazioni sono altrettanto sofisticate al fine di movimentare le superfici, come gli effetti del pizzo sulla georgette, i patchwork di stampe a piccoli fiori, i drappeggi inaspettati, paillettes bianche che si incrostano, cristalli che costruiscono superfici piene, stampe che approfittano di tessuti corposi per rendersi tridimensionali.La moda di Maier parte da qui, da una paziente applicazione dello studio dei materiali, che si elaborano, si raffinano, si mischiano per reinventarsi. E per dare forma a un’idea di linee, volumi, silhouette. «Per una donna è facile vestire in modo da inviare un messaggio univoco: serioso, sexy, bohémien o altro ancora. Ma è molto più difficile dare di sé una visione pluridimensionale. Ho voluto creare abiti che offrissero un’idea più complessa. Esistono abiti da donna che non possono essere riassunti in due parole», spiega Tomas Maier.
Esclude la banalità della sintesi e innalza la complessità di un linguaggio che è tutto femminile, trovando però il modo di semplificare mettendo accanto agli abiti accessori dedicati, dove l’uno è parte integrante dell’altro; ecco perché le scarpe di questa collezione sono alte ed evidenti, con tacchi robusti, il plateau e la punta squadrata.E, in una moda che si spiega attraverso i vestiti e gli accessori, non può mancare la borsa. Il nuovo oggetto del desiderio si chiama Volcana. Variazione della it bag intrecciata, da sempre simbolo indiscusso del marchio.
Ai piedi sandali con laccetto alla caviglia e mocassini bianchi e neri raccontano l’essenza dello stile.
Semplicità non significa banalità.
La ricercatezza maniacale nei tessuti riassume il concetto di sempre di Maier: “Senza artigianalità non c’è lusso”.
Cashmere e cotone che si svolgono in double face, canvas ottenuto con una mischia di lino e cotone e un tessuto che sembra carta e un nylon, ai quali il popeline di cotone regala un sostegno diversamente irraggiungibile. Sete fluidissime dalla consistenza liquida del jersey, e ancora crêpe di Chine, chiffon e georgette di seta.
Le lavorazioni sono altrettanto sofisticate al fine di movimentare le superfici, come gli effetti del pizzo sulla georgette, i patchwork di stampe a piccoli fiori, i drappeggi inaspettati, paillettes bianche che si incrostano, cristalli che costruiscono superfici piene, stampe che approfittano di tessuti corposi per rendersi tridimensionali.La moda di Maier parte da qui, da una paziente applicazione dello studio dei materiali, che si elaborano, si raffinano, si mischiano per reinventarsi. E per dare forma a un’idea di linee, volumi, silhouette. «Per una donna è facile vestire in modo da inviare un messaggio univoco: serioso, sexy, bohémien o altro ancora. Ma è molto più difficile dare di sé una visione pluridimensionale. Ho voluto creare abiti che offrissero un’idea più complessa. Esistono abiti da donna che non possono essere riassunti in due parole», spiega Tomas Maier.
Esclude la banalità della sintesi e innalza la complessità di un linguaggio che è tutto femminile, trovando però il modo di semplificare mettendo accanto agli abiti accessori dedicati, dove l’uno è parte integrante dell’altro; ecco perché le scarpe di questa collezione sono alte ed evidenti, con tacchi robusti, il plateau e la punta squadrata.E, in una moda che si spiega attraverso i vestiti e gli accessori, non può mancare la borsa. Il nuovo oggetto del desiderio si chiama Volcana. Variazione della it bag intrecciata, da sempre simbolo indiscusso del marchio.
Ai piedi sandali con laccetto alla caviglia e mocassini bianchi e neri raccontano l’essenza dello stile.
Semplicità non significa banalità.
(di Federica Piacenza)