Se c’è una designer che non smette mai di stupire, è Rei Kawakubo. E questa stagione, con la collezione Fall-Winter 2025/26 di Comme des Garçons, ha letteralmente giocato con la percezione del corpo, trasformando i capi in vere e proprie sculture in movimento.
La location, un cantiere industriale illuminato a giorno, lo stesso scelto per lo show di Junya Watanabe, ma con un’atmosfera ancora più intensa. In prima fila, tra gli ospiti illustri, la stilista Simone Rocha, arrivata all’ultimo istante, giusto in tempo per assistere a un défilé che ha riscritto le regole del tailoring.
Il primo look ha già dato il tono alla collezione: un lungo abito gessato, ispirato al New Look di Dior, ma totalmente destrutturato con volumi esagerati che evocano le opere della scultrice americana Lee Bontecou. E da lì in poi, una parata di geometrie folli: tronchi di cono, imbottiture sproporzionate, silhouette che sembrano uscite da un trattato di architettura non euclidea. Un omaggio alla storica collezione del 1997 “Body Meets Dress, Dress Meets Body”, in cui Kawakubo aveva iniziato a esplorare il rapporto tra abito e corpo.
Ma attenzione, perché non è solo sperimentazione fine a sé stessa. Tra sovrapposizioni di velluto, gonne pannier abbinate a bustini con maniche esagerate e cappelli scultorei, Comme des Garçons racconta una moda che è concettuale ma anche sorprendentemente emozionale. L’ hairstyle, un tripudio di ciocche gelate ed extension dall’effetto quasi virtuale, come se i modelli fossero usciti direttamente da un anime 3D.
Ancora una volta, Rei Kawakubo ha dimostrato che la moda può e deve essere una forma d’arte. Un colpo di scena dopo l’altro, una collezione che è un vero manifesto di creatività estrema. E mentre gli applausi riempiono la sala, una cosa è certa: il fashion system non smetterà mai di inchinarsi di fronte al genio visionario di Comme des Garçons.