La collezione Cruise 2021-2022 di Chanel, in realtà, era già stata precedentemente presentata lo scorso Maggio, con una sfilata digitale in conseguenza dell’emergenza pandemica. Prima ambientata nelle cave di Les Carrières de Lumières, ora Virginie Viard porta la collezione tra le dune di Dubai.
Una scelta che può essere intesa come una sorta di celebrazione del “kaiser” della Casa di moda. Difatti, la sfilata voluta da Karl Lagerfeld il 14 maggio 2013 a Dubai, con cui ha presentato la collezione Cruise 2014, è ricordata ancora oggi ricordata per il suo sfarzo.
Una storia che trae le sue origini nel 1910, quando Gabrielle Chanel iniziava a creare autentici look per le vacanze delle sue amate clienti. Una storia che permane con un rinnovato desiderio di viaggiare. Un viaggiare nel tempo e nelle diverse culture da cui ha preso forma il nostro presente.
Una storia di tradizioni
La stilista trae ispirazione dal film Testament of Orpheus, realizzato nel 1959 alle Carrières de Lumières dal poeta, drammaturgo e regista Jean Cocteau, amico di Gabrielle Chanel.
“Il film ha davvero ispirato la collezione“, ha ammesso in un’intervista la stilista Viard. “Quando sono tornata a vedere la cava – c’ero stata anni fa, prima che fosse usata per il son et lumière – ho capito che i vestiti dovevano essere nitidi, bianchi e neri. Altrimenti saremmo potuti essere a Petra o in Egitto. Adoro le balze per la Couture”, ha affermato, “ma ho pensato che non sarebbe sembrato moderno qui”. Realtà alternative, eteree e inconsce quelle di Cocteau.
Coco Chanel annoverava Jean Cocteau tra i suoi intimi. L’artista ha anche prodotto alcuni ritratti evocativi della stilista e illustrazioni dei suoi vestiti. Gli amici si trovavano spesso nell’appartamento di Chanel in Rue Cambon dando vita a un sodalizio che la Viard ha deciso di celebrare nella collezione. L’intento dell’artista si percepisce perlopiù nell’approccio alla collezione della stilista e può essere percepito nell’atmosfera, nella trama e nella sua stessa struttura.
Viard ha creato così una collezione estremamente nitida, con una distinta combinazione di look bicolor, giocando sui contrasti monocromatici tipici degli anni ’60, rock e punk. Calze a rete, catene, fantasie checked, la matita sotto gli occhi e capispalla rock. A capi più fluidi e abiti stampati si alternano armoniosamente grintosi capi in pelle.
Capi dall’atmosfera punk rock che trovano la loro traduzione nell’utilizzo di paillettes, perline, catene e shape disinvolte. Uno dopo l’altro si susseguono in passerella una serie di completi in tweed di giacche e minigonne a definire la storia di un brand. Un brand intriso di passione e tradizione.
di Isotta Canapieri