Turno di Fendi by Karl Lagerfeld, che sfila con una collezione giocata sulle velature cromatiche, sul tono su tono, sulle fantasie e sull’attenzione per il dettaglio. Un trionfo di rossi, rosa antico, blu, giochi cromatici in chiave estiva, su una passerella su cui comunque non mancano il bianco e il nero.
Abiti dal taglio rigido e squadrato, ma eterei e femminili; sovrapposizione di tessuti di diverse lunghezze, esaltati dalle velature cromatiche che creano un illusorio effetto a scalini.
Non mancano accessori preziosi, come le pochette decorate con piume, i fermacapelli in pelliccia e il sandalo in plexiglass.
Le modelle sono accomunate dallo stesso taglio di capelli squadrato, molto maschile, con frangia sugli occhi, dal make up nude e da occhiali da sole che ripropongono lo stile cat-eye.
Ad accompagnare la sfilata, in occasione dell’apertura della nuova boutique milanese, la sensazionale mostra Making dreams: Fendi and the cinema, allestita al Cinema Manzoni e aperta al pubblico fino al 6 ottobre: il fulcro è proprio nel fare, inteso come arte dell’usare le mani per dar vita a quel che l’immaginazione è in grado di pensare. Il fare come anello di congiunzione tra due mondi che ci sembrano lontani: girare un film e realizzare una pelliccia sono attività non dissimili, almeno per la maison romana.
La mostra esplora lo stretto rapporto che Fendi ha avuto con i set cinematografici e i rapporti d’amicizia con i protagonisti del grande schermo negli ultimi 40 anni. Afferma Silvia Venturini Fendi: «Il cinema ha sempre rappresentato un aspetto importante della nostra vita familiare come di quella del marchio. Ricordo che da piccola le proiezioni erano veri eventi: occasioni nelle quali il cinema entrava in casa nostra con tanto di fondale bianco e religioso silenzio. Il legame con Cinecittà è sempre stato stretto. Parte della Roma creativa e artistica, le sorelle Fendi sono state coinvolte in collaborazioni che oggi si possono considerare pionieristiche e hanno realizzato pellicce e costumi per produzioni memorabili. Abbiamo lavorato con i più grandi registi di ieri e di oggi, da Luchino Visconti a Wes Anderson, da Martin Scorsese a Luca Guadagnino passando per Giuseppe Tornatore, e continuiamo a farlo. Questa mostra è un modo per celebrare un dialogo fatto di affinità, nutrito dal desiderio di sperimentare raccontando storie e materializzando sogni».
(di Federica Livio)