Maria Grazia Chiuri si lascia ispirare dalla bellezza e la particolarità del ricamo per aprire la Fashion Week 2021 con la sua Collezione Autunno/Inverno della Dior Haute Couture direttamente da Parigi.
Il giardino del museo di Rodin ospita gli spettatori, questa volta fisicamente presenti, al défilé Haute Couture attesissimo della Maison Dior. Le pareti della sala sono state ricamate per l’occasione dall’artista Eva Jospin che, con un filo di seta, ha riportato i soggetti indiani presenti nei dipinti di una stanza di Palazzo Colonna a Roma. Ed è proprio dalla manualità, dalle mani esperte del sarto che parte la la filosofia di Maria Grazia Chiuri.
Il fil rouge, appunto, è l’esaltazione di una tradizione molto spesso messa da parte ma che sta alla base di un’industria fruttuosa e tanto amata come quella della moda. Con una video-intervista ai sarti della Maison, Dior porta il suo pubblico dietro le quinte della sfilata per mettere in luce il lavoro certosino ed esperto di donne e uomini che con la loro pazienza e attenzione rendono possibile l’arte su stoffa.
“Il ricamo è il senso della memoria che ha la materia” si lascia scappare la direttrice artistica dietro le quinte, identificando “Threads of life” di Clare Hunter come il libro che l’ha più ispirata nell’ideare questa collezione, che ha proprio i ricami come punto d’innovazione e di forza. Il manuale, uscito nel 2019 e che in Italia ha il titolo di “I fili della vita”, traccia la storia dell’uomo attraverso la storia del cucito.
Stanca delle collezioni disegnate solo per stupire, Chiuri insiste sulla necessità di essere un creativo con un punto di riferimento, con un’ispirazione ben chiara e un messaggio da dare a chi guarda e a chi indossa. Una moda, dunque, più consapevole, studiata e che rispecchi il mondo senza più pretendere di dettarne le leggi.
La collezione
Protagonista è sicuramente il ricamo particolare in tweed bouclé, che ricopre vestiti, cappotti, tailleur, gilet e capelli da cavallerizza. Persino gli stivali, rigorosamente alti, sono trapuntati in lana e da un gioco stravagante di lacci e cerniere. Dai cappotti lunghi e dalle stampe barocche, fatte di patchwork di più motivi insieme, si passa al semplice e pulito cappotto da giorno, in grigio con cintura in vita e ricami eleganti e lavorati. Il classico cammello non abbandona mai la scena, neanche sulle passerelle della Haute Couture, immancabile pezzo nell’armadio di ogni donna.
La Maison Dior lo abbina ad outfit un po’ più bold, con trasparenze, reti e il movimento di gonne o pantaloni larghi in chiffon. Maria Grazia Chiuri, ormai al suo quinto anno di dirigenza creativa, mostra il suo expertise nel trasformare semplicità in eccentrica essenzialità. Capi basic diventano inaspettatamente eleganti e raffinati, grazie alle tecniche avanzate del ricamo, che solo nelle passerelle di Haute Couture conosce la massima espressione e riconoscimento.
La sera fa delle trasparenze il punto forte per valorizzare le sinuosità delle forme femminili senza scadere nella volgarità. Il lato eccentrico sta nell’abito da ninfa che prende le forme di un fiore di loto, sbocciando con i propri petali sul viso, lasciando intravedere solo lo sguardo magnetico. Abiti lunghissimi con scolli elaborati e innovativi, tonalità della terra, autunnali, da dea del deserto.
La donna della sera Dior è una Cleopatra dal kajal marcato e il corpo accarezzato da lunghi abiti plissettati. Piume e frange ricoprono top e longuette da sera, mentre un lungo abito da sposa, con tanto di velo, si libera in un gioco di petali e trasparenze.
di Annastella Versace