La passerella di John Richmond ha come trama i lacci: lacci che legano gli stivaletti, lacci che si collocano dietro gonne strettissime o lacci dietro vestiti di pelle aderentissimi che lasciano intravedere tasselli di pelle e accennano al bondage.
Inoltre si assapora una eco che proviene dal Giappone nel richiamo a kimoni, portati elegantemente e a ritmo movimentato. Passi che si portano dietro un velo di esotismo e di avventure sensoriali. Il capo must è il cappotto lavorato a stampa zebrata ricamato con paillettes, frange o bordi di pelliccia: può essere lungo fino a sopra il ginocchio oppure non superare i fianchi quando accostato a gonne trasparenti per la sera.
La palette di colori che caratterizza la donna Richmond è fatta dal nero, turchese, burgundy, rosso sangue e tre sfumature di grigio che ritroviamo nella parte più sobria dalla collezione di pantaloni e giacca lineari con zip sulla schiena e sulle tasche.
Non è una donna facile quella che calca la passerella di via Clerici a Milano e soprattutto non si lascia intimidire da nessun capo, portandolo con grande maestria.
di Sara Caponetto
