Jones esordisce come couturier e onora la storia. Sulle parole di “Orlando” sfilano i volti del presente e del passato.
Fendi tra le stelle
Un anno fa, Fendi Couture sfilava sotto il cielo stellato di Roma con la maestosità del Colosseo alle spalle. Quest’anno, la Maison ha portato le stelle direttamente in passerella. Una stanza nera e cupa si illumina nello zigzagare di cubi trasparenti, ornati da piante, alberi e librerie antiche. Il riferimento è ricercato: Kim Jones omaggia Virginia Woolf, che con “Orlando” ha firmato la dichiarazione d’indipendenza della moda genderless. Colei che nel 1928 normalizzava lo stile androgino, recita le sue stesse parole nella stanza del Palais Brongniart mentre tutto prende vita. La falcata di Demi Moore dà inizio alle danze. L’attrice si muove sinuosa nel labirinto di cristallo, confermando ancora, dopo la campagna Fenty Beauty in cui ha fatto da modella, che l’età è solo un numero.
Le parole d’ordine sono “passato” e “ricordi”, e Fendi ha regalato una dolce memoria a tutti gli amanti della moda. In ordine Kate Moss, accompagnata dalla figlia Lila, Christy Turlington e l’amazzone delle passerelle Naomi Campbell buttano giù tutti i limiti. Non c’è più un’età, un genere o un modo per dettare moda. Nell’anno in cui il mondo si è adattato alla distanza, si è ribellato alle disparità, la moda ha abbattuto tutti i muri. Donne e uomini sfilano insieme indossando lunghi vestiti e labbra tinte di rosso rubino. Neanche le taglie o gli anni fanno più paura: gli anta non sono mai stati così invidiabili. Un manifesto di inclusione storico ed esaltante quello di Fendi Couture, costruito sulle parole di una donna rivoluzionaria.
Un viaggio nella storia
Bianco e nero si inseguono sulla passerella al ritmo di una melodia rinascimentale. Il riferimento alla storia passata è in ogni particolare. Lunghi orecchini opulenti che adornano il volto e ricadono lungo le spalle. Capelli ornati da delicate coroncine, scolli a barca e mantelle lunghe come lo strascico di una sposa. Fendi Couture conferma che è sempre tutto un gioco di accessori e trasparenze. Abiti stretch avvolti da tulle trasparenti che aggiungono mistero all’eleganza. Suits imponenti con larghi pantaloni palazzo e giacche in tinta, nere ma anche a fiori, perfettamente abbinati all’occhio ipnotico di Cara Delevingne.
Abiti sinuosi con scollo all’americana abbinati ad una furente pelliccia fatta di rose e un fiore magnetico sul capo che fa tanto Grande Gatsby. Ma c’è anche l’innovazione: un po’ di giochi geometrici fanno l’occhiolino alla tradizione. Giacche che scoprono solo una spalla, lasciando l’altra alla danza del vedo non vedo. Piccole pochette e alti stivali in pelle completano il quadro genderless d’ispirazione vittoriana. Quando ogni modella ha raggiunto una “Stanza tutta per sé”, ecco che Kim Jones spunta timido a suggellare il suo esordio in Haute Couture.
di Annastella Versace