Nè etnica, né folcloristica, ma un’energico e coraggioso esperimento volto a ravvivare l’estetica della maison. Lo schema degli abiti romantici, scivolati e vaporosi è questa volta interrotto da un’incursione di ricami, passamanerie, bordi e colori tipici delle culture andine.
L’inizio è luminoso, quasi un total white, che pian piano s’illumina con leggere e delicate applicazioni floreali dalle tonalità della terra. Pennellate di magenta, viola e rosso e fino al blu cobalto, attraversano una serie di tuniche di tulle, organza o sangallo. I vestiti, dalla semplice parte superiore accostata a gonne a stampa rigata o a fiori, mantengono un volume ampio.
Non mancano i classici intramontabili, simbolo della maison: tessuti leggeri, quasi impalpabili pregni del suo tratto distintivo di femminilità fresca e mai volgare nonostante le trasparenze. Gioco di tessuti finissimi su abiti molto colorati dall’arancione al rosso, senza dimenticare un bellissimo verde e un altrettanto blu acceso.
Ma è nei neri da sera che Alberta Ferretti racchiude le prossime soirées d’été. Capolavori sartoriali, di demì-couture che avvolgono il corpo in leggerissimi veli a ricrearne un movimento sinuoso, quasi etereo.
(di Silvia Brambilla)