Lo scambio culturale come protagonista assoluto
Giambattista Valli parte dall’incertezza del mondo d’oggi, dalle guerre e dalle sofferenze che si è abituati a vivere in questi tempi, e porta alla luce, con la sua sfilata, un messaggio di speranza. Le modelle che sfilano in passerella ricordano le veneri di Botticelli, e sono proprio loro le portatrici di speranza e di buon auspicio.
Tra gli elementi di spicco in passerella, bustini sartoriali, veli che coprono il viso, stratificazioni e drappeggi, fiori stampati sulla seta, paillettes che impreziosiscono gli abiti, gown scintillanti. L’atmosfera della sfilata richiama quella di un giardino incantato, di un mondo parallelo dove regnano il dialogo, la speranza, il rispetto reciproco.
Giambattista Valli porta in passerella una ventata di positività per allontanare il suo pubblico dalla sofferenza e da un momento buio, per poi avvicinarlo a qualcosa di davvero grandioso. Il designer riesce quindi a creare un ambiente di incontri culturali, trasformando ogni capo in una celebrazione della diversità e dell’unità. Giambattista Valli, attraverso la sua Haute Couture, dimostra ancora una volta la sua abilità nel coniugare elementi di diverse culture per creare opere d’arte uniche e significative.