“Gli abiti sono espressione del nostro futuro. Bisogna esserne consapevoli perché tramite essi proiettiamo ciò che vogliamo essere.”
Sotto la supervisione del giornalista di Repubblica Simone Marchetti, Mario Dell’Oglio riflette sulla moda, sul futuro e sulla potenza degli abiti. Non è un caso che abbia voluto Pitti Uomo per la presentazione del suo libro, “Il gentiluomo senza cappello” (Edizioni LEIMA). Il presidente della Camera Italiana Buyer Moda vuole rivolgersi ai suoi colleghi compratori e capire se siano davvero pronti alla rivoluzione in atto nel mondo dell’abbigliamento.
“La dinamica relazionale è il luogo di espressione di sè tramite gli abiti”. Dell’Oglio si riferisce alla necessità di prestare attenzione non solo all’estetica del vestito, ma anche a ciò che con esso vogliamo comunicare all’altro e far trapelare di noi. Sono in grado i proprietari di brand e negozi di capire il cliente e le sue esigenze espressive?
Se Mario Dell’Oglio è il lato cerebrale dell’incontro, la controparte istintuale è Beppe Angiolini, art director di OroArezzo. Il primo parla del conoscere le regole prima di infrangerle, il secondo di sentirsi belli con ciò che si indossa. “Bisogna mandare un messaggio quando si cammina per strada”, sostiene Angiolini “non per forza meravigliare, ma lasciare comunque qualcosa.”
Il moderatore Marchetti incalza e fa fuoriuscire il divario fra i due, ma anche la loro complementarietà. Il gentiluomo siciliano rompe gli stereotipi con l’anarchia del mescolare formale e informale, mentre l’eterno giovane sostiene di amare la moda “sbagliata” più di tutte le altre.
Entrambi terminano dando un consiglio profondo ai giovani che intendono aprire un negozio, online o fisico che sia. “Studiate” risponde la Mente dell’Oglio. “Ma i giovani adesso sono preparatissimi” ribatte il Cuore Angiolini “ma devono sapere chiaramente quale identità vogliono trasmettere.”
Di Martina Faralli