La geometria di Nicolas Di Felice sfila per l’Haute Couture di Jean Paul Gaultier

La sfida all’Haute Couture sotto il nome di Jean Paul Gaultier ha un nuovo giocatore, ed è Nicolas Di Felice a interpretare l’enfant terrible della moda parigina

di Pamela Romano

Jean Paul Gaultier continua a sfidare l’estro dei più talentuosi designer del settore, concedendo loro il suo archivio in occasione della Haute Couture Week di Parigi. A susseguirsi nel seguente ordine sono stati Simone Rocha, Julien Dossena di Rabanne, Haider Ackermann, Olivier Rousteing di Balmain, Glenn Martens di Y/Project e Diesel, Chitose Abe di Sacai. Per questo settimo appuntamento è il turno dell’attuale direttore creativo di Courrèges, dal 2020, che ha portato la sua interpretazione degli archivi JPG durante questa settimana di Haute Couture Fall/Winter 2024-25.

Il background di Di Felice

Ma chi è questo stilista belga dal cognome italiano? Il suo primo amore è la musica, solfeggia dall’età di 6 anni, ma dalla musica alla moda il passo è breve e sceglie di frequentare l’École Nationale Supérieure des Arts visuels de La Cambre di Bruxelles, prima del trasferimento a Parigi. Nella capitale francese lo attenderà un altro Nicolas, Ghesquière, che lo accoglierà sia da Balenciaga prima che da Louis Vuitton poi, con una parentesi non indifferente da Dior sotto la guida di Raf Simons per poi essere nominato direttore da Courrèges.

Come interpretare il grande Jean Paul Gaultier

Di Felice, classe 1983, definisce Jean Paul Gaultier una vera star, tutti conoscono i suoi profumi, il corsetto di Madonna e le maglie a righe, ma dopo i suoi predecessori e le relative interpretazioni, sentiva di voler mostrare qualcosa di nuovo in questa Haute Couture. Dopo lo show andato in diretta social intorno alle 19:30 del 26 giugno possiamo dire ci sia riuscito. Il direttore creativo di Courrèges ha portato anche stavolta la sua geometria minimalista, applicandola alla corsetteria di Jean Paul Gaultier in una serie di look che man mano si scolorivano e si svestivano.

In un’intervista a Vogue ha dichiarato di non essere amante delle decorazioni, di ciò che in realtà solitamente definisce le sfilate di Alta Moda; la sua collezione infatti si arricchisce di linee e drappeggi sapientemente studiati. Drappeggi che diventano portabili e dall’allure senza sforzo, con le modelle che mostravano le tasche create dal tessuto, dalla tela alla pelle che copre metà del viso, fino alle trasparenze dei nude look finali. Giacche, slip dress e t-shirt cascavano sui corpi delle modelle lasciando spazio ai corsetti con una palette che dal nero al blu notte, il sabbia e il bianco, sfumava su una passerella quadrata.

Lascia un commento

Your email address will not be published.