Milano. L’appuntamento con la settimana della moda lo scorso settembre è stato più ‘’artistico’’ del solito per lo stilista d’Alghero Antonio Marras, il quale ha dedicato la sua collezione all’artista italiana Carol Rama.
La pittrice, nata a Torino, classe 1918, gode di una grande stima da parte dello stilista che l’aveva già vista protagonista di un altro progetto nel 2006, ‘’Trama Doppia’’. La sua arte è famosa per essere struggente e forte, esprime una sessualità rude marcata da un violento erotismo.
Marras è stato incredibile nel tradurre in arte gli abiti per la sua passerella, si è lasciato ispirare dalla doppia personalità della pittrice dando quindi due interpretazioni diverse alla sfilata.
Lo show si è aperto con un il ticchettio di un orologio e la melodia di un carillon, che ha accompagnato di sottofondo l’intera perfomance. Il background era decorato con dettagli affini all’animo e allo stile sia dello stilista che della pittrice; c’erano ruote di biciclette e valige, scarpe, mani e oggetti che si muovevano meccanicamente. Le modelle sembravano delle folli bambole che, falcata dopo falcata, prendevano vita.
Ad aprire lo show è stato il lato più estroso della Rama: abiti dai tagli puliti e lineari con righe interrotte da organze e stampe di fiori. I capi erano come tele dai colori vivaci e contrastanti, come il celeste e l’ arancione ad esempio, realizzati consapevolmente scostati, dagli accessori color oro. Ogni abito era accompagnato da una alta cintura modello ’’Obi’’che marcava la silhouette. Niente è stato lasciato al caso. Ai piedi, sandali alla schiava creati con rombi fluo, ispirati anch’essi alle opere della Rama.
In corso d’opera tutto cambia e in scena viene mostrata l’altra faccia della medaglia, il lato più sobrio e riservato se vogliamo: in passerella toni di écru e nero, con trasparenze di seta e organza con gonne al ginocchio plissettate. Le cuciture sono accurate e tridimensionali: tutto è stato impeccabilmente perfetto.
Lo stilista sardo ci ha dunque regalato un fashion show degno di nota. Indimenticabile.
di Sara Ruperto