Le “Essential vibes” di Margaret Howell – Gilt Magazine

Le “Essential vibes” di Margaret Howell

La PE 2022 della celebre stilista inglese debutta durante il primissimo appuntamento della LFW, con tutto il suo splendore dal vivo

La Primavera/Estate 2022 di Margaret Howell

Dedicata al ready-to-wear, la settimana della moda britannica torna ad emozionarci con gli eventi dal vivo. Tra assenti illustri e numerosi brand emergenti, è il turno di Margaret Howell, che torna a calcare le passerelle in un mix di praticità e fascino senza tempo. “Mi considero una stilista pratica. Come ci si sente dentro un capo è fondamentale”, confida la designer, in un tripudio di lini irlandesi e tessuti impermeabili.

Sin dal lancio del suo omonimo brand nel 1970, Margaret Howell è nota per la creazione di capi durevoli, intramontabili. Che si tratti di maglie oversize o pantaloni sartoriali, la moda della Howell è destinata a durare nel tempo e a distogliersi da qualsiasi connotazione di genere. “I vestiti maschili sono interessanti per la loro struttura e funzionalità. Ho iniziato disegnando capi per l’uomo e ho scoperto che li volevano le donne”, svela la stilista. 

La praticità del workwear sulle passerelle della LWF

La confortevolezza dei capi si traduce nella morbidezza delle forme e nei materiali accuratamente selezionati. “Lavoro con i tessuti che amo da sempre: lino irlandese, cotone, velluto a coste. Gli abiti devono essere funzionali e ben fatti”, prosegue Howell. Abiti pratici, di qualità e intercambiabili tra uomo e donna senza alcun accorgimento. Lo stile casual si fonde ai dettami del workwear, in tonalità neutre, forme fluide e calzature rigorosamente flat.

Ben lontano dalla connotazione di “comodità”, lo stile Howell è riconoscibile in un’aura di fascino, comfort e informalità. White-shirt, pantaloni impermeabili, giacche dal fit over e intramontabili parka arricchiscono la collezione in un’irresistibile combinazione di texture. Un tributo all’essenziale che, con la creatività di Margaret, si tinge di note eleganti, raffinate e inusuali.

di Eleonora Formicola

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