Ora chiudete gli occhi, e immaginate il profumo del mare che penetra nelle narici, il vento che scompiglia i capelli e l’aria fresca invadere il corpo; continuate a mantenere gli occhi chiusi, perché stiamo per salpare verso un grande viaggio. La strada è lunga e le persone che incontreremo saranno tante.
Antonio Marras decide di aprirci le porte della sua discendenza, e con discrezione ed eleganza ci racconta la sua storia; un albero genealogico semplice nella struttura e avvincente per le vicissitudini. L’avventura inizia nel Settecento, dove John Marras, bambino curioso e sagace, cresce in Francia con una forte predisposizione per l’arte e il desiderio di circumnavigare la terra.
La storia di John è fatta di intrecci, sogni, amori e gesta degne di essere tramandate ai posteri; sacrifici, scelte ardue e un figlio lasciato per necessità con la propria madre. Il viaggio di una vita che cammina con passi decisi sulla passerella di legno consumato, così come il tempo che scorre inesorabile; si ferma e sfiora gli attimi della memoria.
Quelle che sfilano sono le PERSONE che John ha incontrato in una vita; un coro eterogeneo di clandestini accomunati da sogni, ricordi, affetti, stoffe, profumi e colori. In prima classe viaggiano uomini d’affari, distinti e ben vestiti; in seconda commercianti e donne che sognano di ricongiungersi con i propri affetti.
Tra dolore e sgomento, gioia e felicità, le PERSONE di Marras indossano un guardaroba a regola d’arte, preservato dall’usura del tempo. Intrecciati a tessuti femminili e vanitosi, abiti seducenti da sciantosa per alleviare le paure di un destino incerto dove si incontrano volumi, fantasie e tessuti. Le giacche sono “smontate” e “lavate” per dare un effetto infeltrito, i tessuti arrivano direttamente dalle sartorie napoletane nei toni dei grigi e marroni, tagliati da jacquard tappezzeria in velluto devorè.
Il tutto nobilitato da pizzi, gioielli e frammenti di ricami estrapolati da laboriosi lavori femminili; tulli, fiocchi, pietre preziose, velluti, route, volant, rouches. Tessuti discordi intrecciati tra loro si fondono per raccontarci avventure di cambiamento e trasformazione, storie vissute per farci ballare. La palette colori è un autentico “drama”: rosso passione, nero gotico, bianco candore, grigio rigore, e i tortora di una terra amata.
Antonio Marras si racconta, per la Fall/Winter 2018-19, in una storia fatta di canti, voci, urla, suoni e musiche contraddistinte dalla malinconia “che abbiamo noi che siamo nati in un’isola”, in uno spettacolo degno di essere chiamato VITA.
Grazie Antonio!
di Annamaria Aufiero