Una domenica mattina della Paris Fashion Week impegnativa e sbalorditiva, frequentata come sempre da celebrities che stavolta più che sfilare si apprestavano a raggiungere la prima fila. Vittoria Ceretti, Joan Smalls, Eva Herzigova, Serena Williams e Kim Kardashian – in look quasi completamente neri – annunciavano già le novità in arrivo portandole addosso, come capi con etichette ancora attaccate e cover con bracciale al polso per non separarsi mai dal proprio cellulare.
Elemento essenziale il cellulare, anche e soprattutto per il designer stesso. Demna ha inviato un messaggio vocale prima dello show parlando dei suoi 10 anni come stilista, con la nascita di Vetemens e il percorso da Balenciaga che gli ha permesso di riscoprire anche se stesso.
Il lusso secondo Demna
Demna Gvasalia esprime ancora una volta quel suo potere di rendere degli esercizi di modellistica e upcycling che qualsiasi scuola di moda proporrebbe in aula, un prodotto non solo desiderabile ma anche di lusso. Alla domanda cos’è il lusso però, lo stilista spiazza tutti dicendo che “è in realtà una sorta di scarsità, qualcosa che non è infinitamente disponibile. Ciò che sembra essere veramente raro e finito in questo momento è, in realtà, la creatività stessa. Credo che la creatività sia segretamente diventata una nuova forma di lusso”. Come dargli torto.
Lo show omaggia la couture e le linee anni Sessanta del fondatore della Maison, che di cellulari nulla sapeva e di giornalisti ne voleva vedere ben pochi, in una cornice multimediale futuristica. La location è interamente ricoperta di schermi che trasmettono panorami naturalistici per poi lasciare spazio a video tipici dello scroll di TikTok.
Una moda sovversiva
Il solito modo sovversivo di Demna si denota già dal primo look, le uscite iniziano dai look serali con outfit luccicanti e lunghe pellicce avvolgenti. Occhi coperti da occhiali mascherina che coprono metà viso e cerchietti logati. Tessuti che si drappeggiano come fossero bagnati, abbinati a collant strappati e capispalla che non coprono più le spalle ma cadono giù dal collo.
I top sono ottenuti da pantaloni rovesciati che si appoggiano sulle spalle e gli abiti midi sono borsoni e zaini che avvolgono il corpo. Le borse, quelle vere, sono tutte maxi e le loro dustbag diventano top e gonna, da provare a riprodurre subito a casa. Male che vada, attaccare tutto con nastro adesivo trasparente come si vede in alcuni look. Parola d’ordine stratificazione, di cui massima apoteosi è l’evening gown del look di chiusura con una serie di reggiseni neri, bianchi, rosa e blu.