L’ispirazione della collezione Primavera/Estate 2019 di Z Zegna presentata a Pitti Uomo 94 è inequivocabile: il mondo del tennis, nelle sue sfumature più sfidanti e nei suoi vissuti di passione agonistica.
La Maison torna a trasformare il Teatrino Lorenese, sua location abituale alla Fortezza da Basso, plasmandola a seconda della propria vena creativa. Stavolta i visitatori si affacciano proprio su di un campo da tennis, completo di cesti, raccattapalle e spalti dai quali godersi la partita. Il match in corso? Quello fra Corrado Barazzutti, direttore creativo di Zegna, e Alexander Zverev, il nuovo volto del brand, voluto proprio perché rappresentante – in quanto più giovane giocatore ad essere entrato nei primi 20 della ATP – di un’eccellenza nello sport tanto quanto Zegna vuole esserlo nella sartoria.
Ed è proprio la sartoria, nella sua versione più tecnica, a troneggiare come un arbitro su questa collezione. A partire dal materiale, l’ormai immancabile TECHMERINO™ WASH & GO che non si spiegazza né ha bisogno di stiratura dopo i movimenti impetuosi del match, declinato in colori pastello gentili che non riescono comunque a nascondere la voglia di prevalere sull’avversario. Il turchese e il rosa Tropea ben contrastano con l’assertiva banda verticale logata TECHMERINO™ delle uniformi, mentre alla struttura materica della fibra di lana si oppongono – anche se solo figuratamente – le linee morbide dei capi.
Blazer, impermeabili in Nylon ultra sottile, pantaloni con coulisse, leggings tecnici: tutto è pensato per coadiuvare il movimento, senza però mai perdere i rimandi ad un’eleganza indossabile dentro e fuori dal campo. Non mancano infine gli accessori del settore come visiere e polsini, sempre rigorosamente in TECHMERINO™, e le sneakers, che riprendono sapientemente i colori della collezione all over su tomaia o sulle strisce che le attraversano in orizzontale. Anche il nome rimanda alla passione intramontabile della famiglia Zegna per il tennis: Caulera, come il campo fatto costruire 60 anni fa da Ermenegildo all’interno dell’Oasi Zegna.
di Martina Faralli