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La sfilata di Sportmax è un manifesto di body consciousness che mira a decostruire l’idea feticista di femme fatale attraverso la rielaborazione di archetipi differenti. Tra le muse ispiratrici di questo processo rivoluzionario emerge la biblica Lilith, prima moglie di Adamo (la Luna nera in astrologia), Novak, musa di Alfred Hitchcock in La donna che visse due volte, o la pin-up cartoon Jessica Rabbit.
La collezione si compone di costruzioni sartoriali ed esaltazione dei corpi, materiali super stretch e aderenti come una seconda pelle in omaggio alle tre decadi d’oro del power dressing: gli anni ’40 con la giacca a clessidra, gli anni ’80 dalle spalle esagerate abbinate a pencil skirt, e gli anni ’90 caratterizzati da uno stile androgino e minimalista.
L’erotismo sofisticato esplode in scollature e generosi spacchi, contrasti e trasparenze provocanti. I colori dominanti sono colori noir, crepuscolari: nero, blu notte, caffè, rosso. I materiali spaziano dalle stoffe tipiche della sartoria, fino alla vernice e alla pelle morbidissima. Gli accessori richiamano i monili tribali con un tocco fetish: décolletée dalla punta affilata, tacchi a spillo, stampe animalier e vernice lucida. Il tutto raccontato in uno scenario onirico per valorizzare le forme e accentuare i contrasti in modo impetuoso e sensuale.