Moda e cinema si fondono nella collezione Paul Smith Autunno/Inverno 2022-2023. Il designer inglese porta avanti il connubio fra la sua maestria sartoriale e la New Wave del Surrealismo cinematografico, iniziata con la linea maschile per la stagione invernale. Fra stampe psichedeliche, completi in velluto e grafismi che ricordano una certa serie TV di culto in cui niente è ciò che sembra.
Maschile e femminile si incontrano per Paul Smith Autunno/Inverno 2022-2023
Muoversi sul confine sottile fra vestire con personalità ed avere un guardaroba eccentrico e sopra le righe non è una sfida semplice, ma Paul Smith vi si getta dentro a capofitto e ne esce vincitore.
Animato dallo spirito onirico e visivamente impattante del cinema surrealista, lo stilista britannico presenta alla Paris Fashion Week una collezione Autunno/Inverno 2022-2023 basata su colori pieni e tagli nitidi, che gioca con le fantasie ma senza mai esagerare.
Nelle parole dello stesso Smith, la collezione vuole essere una “visione femminile della mascolinità”. Ed è così che compaiono tailleur pantalone in cui la giacca, mono o doppiopetto, ha un volume volutamente androgino, camicie dall’abbottonatura rigorosa, canotte a spalla larga e paricollo.
Espedienti stilistici che risulterebbero addirittura troppo rigidi, se non venissero sistematicamente ammorbiditi da silhouette che esaltano il punto vita, da pantaloni aderenti che si allargano a zampa, da drappeggi che spezzano la geometricità di un outfit.
Un’attenzione particolare è posta sulla costruzione delle spalline dei blazer, a mezzaluna. La volontà è quella di dare struttura senza ingombrare troppo, di creare un capo che non sia solo stupefacente in passerella, ma anche (e soprattutto) indossabile nella vita quotidiana.
Stampe e colori che omaggiano il cinema
Le vere protagoniste dell’A/I 22-23 di Paul Smith restano comunque le stampe. Una su tutte: il macro zigzag che corre lungo un morbido maglione in mohair, ispirato direttamente dagli interni della serie TV surrealista per eccellenza: Twin Peaks di David Lynch.
Il richiamo al cinema c’è anche nelle altre fantasie dai colori “solarizzati”, ipersaturi, che incantano l’occhio e rimandano agli anni ’70 della psichedelia.
I Seventies sono in parte richiamati anche da tessuti quali il velluto liscio e a coste, materico e allo stesso tempo confortevole, perfetto per essere declinato in tonalità accese e profonde come il rosa salmone, il viola, il rosso ciliegia, il turchese e l’arancione. Una palette che non sfigurerebbe in un sogno rivelatore dell’agente Dale Cooper.