Chloè Autunno/Inverno 2021
Gabriela Hearst debutta durante il terzo appuntamento della Paris Fashion Week, presentando la nuova collezione Autunno/Inverno 2021 della maison parigina.
Passato, presente e sostenibilità
È lungo le strade dell’elegante quartiere parigino di Saint Germain, che l’attesissimo debutto di Gabriela Hearst nell’universo Chloè ruba le scene della Paris Fashion Week. Di origini uruguaiane e dallo spiccato senso etico, la nuova direttrice creativa della maison parigina presenta la collezione Autunno/Inverno 2021, in chiave interamente green. Ispirata fortemente dalla sostenibilità, la designer rivisita i pezzi cult dell’archivio Chloè, costruendone una nuova visione dall’allure chic ma minimale.
L’omaggio alla fondatrice Gaby Aghion, in occasione del suo centenario, è la chiave di lettura della collezione, quasi a volerla rassicurare che “la maison sia in buone mani!”. Denim organico, cashmere riciclato, borse in lino naturale e sete provenienti da agricolture biologiche rivestono i capi, accelerando il piano sostenibilità al 2025. L’eliminazione di viscosa, poliestere, e del passaggio a fibre sintetiche a basso impatto, ha reso la nuova collezione quattro volte più green rispetto alla precedente!
Dall’animo folk & green
Lo stile è minimale, morbido e funzionale, coerente con l’esigenza di praticità in questi tempi pandemici. Una delicata anima folk invade maxi ponchi integrati a caldi piumini e abiti ornati da svolazzanti frange. La maglieria è protagonista indiscussa, realizzata in cashmere ultra-morbido e riciclato e ravvivata da pattern multicolor che strizzano l’occhio alla cultura uruguayana della Hearst. Seguono montoni over, trench e giacche sartoriali segnati in vita da maxi cinture per una silhouette più aggraziata. Lunghi abiti eterei in seta fanno da contrasto al susseguirsi di gonne longuette in pelle, dando vita al giusto mix. L’attenzione è per i dettagli smerlati sulle camicie in georgette, gli stessi che Gaby Aghion applicò ad un abito nella sfilata del 1960 alla Brasserie Lipp.
Il ritorno della borsa “Edith”
Un’autentica comunicazione tra presente e passato, portavoce dell’interpretazione della femminilità di due donne ambiziose. Una femminilità che non poteva non far tornare in auge l’iconica borsa Edith. “La mia prima borsa di lusso è stata la borsa Chloè Edith ed è un pezzo che amo ancora e a cui volevo rendere omaggio”, confida Gabriela. L’amatissima it-bag è visibilmente reinterpretata pur fedelissima al suo design. Dall’allure vintage, con iconica linguetta in pelle e piccola tasca anteriore con fibbie. La nuova Edith è declinata in cashmere o jacquard riciclato, in versione mini, tote o “doctor bag”. “Ogni pezzo è unico”, spiega la stilista, “il nuovo non è sempre migliore!”.
Dall’estetica all’etica
Una missione etica più che estetica, quella della Hearst, che si è posta come obiettivo quello di aiutare e alleviare gli sforzi delle piccole realtà. “In un mondo post-pandemico, un marchio di lusso ha il dovere di farlo!” Ha dichiarato a gran voce, affidando il 20% del prêt-à-porter alla produzione di membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio Equo e Solidale. Due, inoltre, le partnership importanti – Manos dell’Uruguay e Shelter Suit – come percorsi per un impatto sociale positivo per sostenere gli artigiani locali impiegati nella realizzazione di parti della collezione.
Con Gabriela Hearst al timone del marchio Chloé, la moda cresce abbandonando il ruolo di mera comunicatrice per abbracciare quello di sostenitrice di un universo migliore!
di Eleonora Formicola