Dopo aver ospitato le collezioni di Valentino e Saint Laurent, il designer americano Rick Owens reclama Venezia come il teatro delle sue collezioni. La stessa Venezia che, sin dall’inizio della pandemia, è stata il suo personal e palcoscenico.
Sulla passerella di Fogachine si alternano una dopo l’altra le creazioni di Owens in un’atmosfera da film post apocalittico. Un’esperienza immersiva che travolge il visitatore nell’universo sacrale di Rick Owens.
Quella dello stilista è una collezione che mira a coinvolgere l’intera esistenza e a sconvolgere i dettami dell’estetica. Un urlo di speranza, una visione di un mondo in piena trasformazione.
Un grido di speranza
Il litorale di Venezia si avvolge di un’atmosfera soprannaturale, sulle note techno di Mochipet. Veli leggerissimi si muovono in nubi di fumo, che diventano la chiave di lettura della collezione Fogachine.
Lo stesso stilista afferma “Mi sono fissato su tutta la faccenda della nebbia perché stiamo entrando in un periodo di festa. E adoro la nebbia nella sua ambiguità. Ha sfumature religiose, ha sfumature di nitrato di amile, ha sfumature da concerto rock da stadio…e sono tutte queste celebrazioni di tutti che si riuniscono per raggiungere un diverso livello di esperienza, un diverso livello soprannaturale”.
Una speranza di rinascita per un mondo che non può più tornare lo stesso di prima. A fare da cornice alla presentazione, quattro installazioni di idrogetti che spruzzano getti d’acqua verso il cielo. Una manifestazione di gioia, un simbolo di resurrezione da un periodo segnato dalla reclusione.
I look della collezione
Il ritratto di un mondo nei suoi paradigmi, utopie e distopie. Un gioco continuo di tagli e sovrapposizioni quello di Fogachine. I pantaloni lunghissimi si allargano sul fondo a ricordare le silhouette anni ’70. Indossati perlopiù con body in eco-cotone e maglie, giustapposti a pannelli in voile, i pantaloni diventano l’elemento chiave di lettura della collezione.
Abiti decostruiti strappati sul giromanica e sui fianchi. Cicatrici di tela e crine di cavallo. Cicatrici di un passato che ha lasciato il segno e che ci dimostra che nulla sarà più come prima. Tuniche pagane e giacche di piume di gallo realizzate da Maison Février.
Felpe di nylon e lunghi cappotti con spalle rigide in pelle a scaglie di drago Pirarucu. Gli stivali ideati dallo stilista si alzano a metà coscia e dispongono di tasche laterali dove sono state sistemate le macchine-nebbia di Owens.
L’ispirazione
A suggerire un approccio più disinvolto e rilassato alla collezione, è la palette scelta dallo stilista. Alle tonalità monocromatiche del bianco e del nero se ne aggiungono infatti di più naturali.
Di grande ispirazione per lo stilista per la realizzazione della collezione sono stati Robert Plant e i suoi Led Zeppelin. Si tratta di un gruppo musicale britannico, formatosi nel 1968, considerato uno dei principali pionieri dell’hard rock. Tanto rivoluzionario quanto la collezione Fogachine di Rick Owens.
Una collezione in grado di dare allo spettatore la speranza di un futuro migliore.
di Isotta Canapieri