La sfilata e la rappresentazione dell’Inferno di Dante
Schiaparelli ha trasformato le top model in regine della giungla, facendole sfilare indossando finte teste di animali realizzate in resina e pelliccia finta. Il direttore creativo Daniel Roseberry ha rappresentato l’inferno di Dante, interpretato dalle top model più famose al mondo: Naomi Campbell, Irina Shayk e Shalom Harlow, vestite da lonza, leone e lupa.
Shalom Harlow interpreta la lonza, animale bianco delle nevi con la bocca spalancata, su un tubino senza spalline. Irina Shayk è accompagnata da una maestosa testa di leone posta su un abito in velluto nero, mentre la lupa nera è posizionata su un cappotto nero a pelo lungo che avvolge il corpo di Naomi Campbell. Sono la lussuria, la superbia e la cupidigia i peccati di Dante Alighieri che si mescolano nell’Alta moda parigina.
Daniel Roseberry rilegge e celebra quindi l’Inferno di Dante Alighieri per dare una collezione che gira intorno al bustier. Un mondo animalesco che guarda alle radici del marchio surrealista ha utilizzato diverse volte gli animali nelle sue presentazioni. La lussuria è la lonza, il leone è l’orgoglio e la lupa è l’avarizia. Il direttore creativo Roseberry scrive una nota in cui racconta di aver letto da poco la Divina Commedia, la prima rilettura dopo tanti anni, e ci ha trovato una similitudine tra lo stato d’animo di Dante Alighieri e quello in cui si trova lui stesso di fronte al “blocco del foglio bianco”, quando viene assalito da molti dubbi relativi al suo lavoro.
Afferma che «Questa collezione è il mio omaggio al dubbio. Il dubbio della creazione e il dubbio dell’intenzione. Gli impulsi gemelli, a volte contraddittori, di compiacere il pubblico e di impressionare se stessi; l’ambivalenza che è la compagna costante di ogni artista. Motivo per cui con questa collezione ho voluto allontanarmi dalle tecniche con cui mi sentivo a mio agio e che conoscevo, per scegliere invece quel bosco oscuro, dove tutto è spaventoso ma nuovo, in cui mi sarei lasciato guidare in un luogo che non conoscevo e non capivo».
Tra gli invitati si presenta Kylie Jenner con lo stesso abito di Irina Shayk.
Il corsetto
Il vero lavoro di Roseberry consiste nel saper confondere la realtà con la fantasia: abiti lunghi da sera e giacche, quindi, non sono altro che declinazioni di un lunghissimo lavoro di disegno e di atelier del corsetto. Infatti, è proprio dal corsetto che nascono le giacche dalle spalle importanti, le maniche allungate oltre le mani che si infilano a loro volta negli anelli dorati, come i bustier.
Questi ultimi sono una scultura in velluto stretch che riprende la forma della boccetta del profumo Shocking disegnato per Elsa da Leonor Fini. Anche le giacche dei tuxedo vengono chiuse da un corsetto, come l’eco pelliccia tinta a mano in seta e lana indossata da Naomi.
Le sculture gioiello continuano a essere un punto di riferimento della Maison di moda e del direttore creativo: «Inferno, Purgatorio, Paradiso: sono uno stato d’animo e non una citazione. Nella consapevolezza che uno non può esistere senza gli altri. Ci viene ricordato che non c’è paradiso senza inferno, non c’è gioia senza dolore, non c’è l’estasi della creazione senza la tortura del dubbio. La mia preghiera è di ricordarmi sempre, nei giorni più difficili, quando l’ispirazione non arriva, che nessuna ascensione al cielo è possibile senza un viaggio nel fuoco, insieme alla paura che ne deriva. Lasciatemi abbracciarla sempre».
La sfilata Haute Couture Primavera/Estate è la rappresentazione di un mondo animalesco che guarda le sue origini e che non si stanca di essere reinterpretato.