Il filo rosso come il pianeta
Daniel Roseberry alle 10.00 del 22 gennaio 2024 decide di teletrasportarci in una dimensione intergalattica. L’heritage del brand è legata allo spazio, in primis la sfilata è dedicata proprio allo zio di Elsa, Giovanni Schiaparelli, direttore dell’Osservatorio di Brera a Milano, che coniò il termine “marziano” immaginando figure antropomorfe che abitano i canali di Marte (sempre da lui scoperti); Inoltre, Elsa si occupava notoriamente di astrologia, affascinata dai pianeti lontani. Dunque, con una front row da urlo, dalle star di Euphoria, Zendaya e Hunter Schafer, a JLo, iniziamo questa settimana di haute couture non a Parigi, non sulla terra ma su Marte.
C’è ancora vita sul pianeta moda?
Le modelle hanno quasi un aspetto uncanny valley, familiari e distanti, senza sopracciglia con la pelle glowy, lucida, impomatata che risplende al sole. Vediamo abiti con dettagli che non hanno funzionalità, come i pantaloni che indossa Mona Tougaard, ricoperti di cinture ispirate al mondo cowboy, un rimando sicuro alle origini texane di Roseberry. Abbiamo poi pizzi guipure, i merletti e le frange in ciniglia tagliate e ricamate a mano e, in contrapposizione, l’abito ricoperto di scarti tecnologici.
Spiccano anche le giacche asimmetriche con la bandana fatta in paillettes e dipinta a mano. Un look in particolare ha attirato immediatamente l’attenzione online: una semplice canotta e pantaloni in jersey bianco a coste e un bambino-alieno ricoperto di schede madri e swarovski come accessorio (sì, hai letto bene). Starà forse a simboleggiare che questo bambino è il nostro futuro, dove i confini tra digitale e reale sono sempre più labili?
Quasi come in un film hollywoodiano fantascientifico, vediamo tutte queste contraddizioni del mondo moderno tra presente e futuro surreale, in un tempo finito con visioni infinite. Anche questa volta, Roseberry con la sua creatività è riuscito a farci fare un giro sulla sua navicella spaziale, separandoci dal suolo terreno, rimanendo pur sempre umani.