Sono tornati in passerella a Parigi, più precisamente al Palais de Tokyo, gli anni Sessanta di Paco Rabanne. Avanguardisti allora, più che contemporanei adesso, hanno emozionato gli invitati con il tintinnio dei Link Dress metallici sulla colonna sonora del Concerto pour une Voix di Saint-Preux.
Grazie Paco Rabanne
Thank you monsieur Rabanne, you were among those who changed our view of the world recitava il biglietto lasciato sulle sedute dello show, firmato dall’attuale direttore creativo della maison, Julien Dossena. Ha scavato a fondo per onorare la memoria del fondatore della casa di moda, scoprendo la sua amicizia con lo stilista Salvador Dalì, al quale si devono gli abiti stampati della collezione che anticipano il tripudio di oro e argento. La donna del futuro sarà potente, estremamente seduttiva e senza dubbio superiore all’uomo. È per questa donna che immagino le mie creazioni, affermava alla fine degli anni Sessanta Paco Rabanne.
La donna di ieri e di oggi
La donna che aveva previsto è certamente quella vista sulla passerella, fiera sulle sneakers dei primi undici look, compresi di pelliccia e lurex presentano un daily-wear composto da look monocromatici, morbidi e seducenti, avvolti in lunghi cappotti dai dettagli metallici. Si susseguono poi la prima serie degli abiti lunghi che compongono la collezione, fatti di stampe floreali e pizzo, che ricordano le origini basche di Francisco Rabaneda y Cuervo, nome di nascita di Paco Rabanne. I fiori lasciano spazio ai paesaggi onirici e senza orizzonte di Salvador Dalì. Su un abito celeste l’opera Sogno causato dal volo di un’ape, con le tigri protagoniste; una serie di abiti venuti fuori da una tela che ha visto i colori di Dalì e quasi anche i tagli di Lucio Fontana, che caratterizzano le diverse scollature.
Dal museo d’arte moderna allo Studio 54 in un battito di ciglia con le idee futuristiche in abiti armatura, detti Link Dress per gli anelli di congiunzione di ogni singolo pezzo, al quale a sua volta sono state connesse frange e altri gingilli. Tasselli di quei progetti di Paco Rabanne, che avvicinatosi al mondo della moda per pagarsi gli studi di architettura si riscoprì un abile creatore di gioielli e bottoni ottenuti da materiali industriali. Creazioni che incantarono gli stilisti di allora come Cristobal Balenciaga, Hubert de Givenchy e Pierre Cardin, e questo fu solo l’inizio. Era inciso sul metallo il destino di un grande couturier che mai dimenticheremo.