Elegante, raffinato, un vero e proprio dandy d’altri tempi con la cura per i dettagli, i tessuti e la qualità. È questo l’uomo proposto da Daks e dal suo direttore creativo Filippo Scuffi.
Un uomo che veste completi in velluto nero e in raso, con camicie in georgette e chiffon arricchite da plastron ton sur ton o in contrasto, sia materico che cromatico. La cura nei dettagli si esprime attraverso i revers, i bordi e i polsi in astrakan, cavallino, shearling pettinato e pelle nera. Il tartan è presente a più riprese nei completi giacca-pantalone, nei cappotti e nelle sciarpe, dove si intrecciano colori come il bronzo, il nero e il bianco.
L’abito si trasforma in una tela bianca. Daks decide di rievocare il mondo dell’arte facendo dipingere a mano, da un artista italiano, camicie, giacche, maglie e cappotti realizzando così capi unici e irripetibili.
Il color bronzo e il rusty in diverse tonalità si sposano con il nero rappresentando il fil rounge della collezione, a tratti surreale, che combina insieme anche elementi in apparente contrasto tra loro.
Il punto vita è segnato da cinture in raso di seta applicate a pantaloni da equitazione. Il tutto accompagnato da maglioni in cashmere, alpaca e mohair.
Il poncho in velluto di seta con le frange di raso, il parka in velluto foderato di montone, i cappotti doppio petto lunghi fino al ginocchio vengono abbinati a cappelli di lana con pon-pon di pelo, fiocchi e spille applicate sui revers delle giacche e sciarpe lunghissime, dando vita a un’elegante ironia. Il tutto accompagnato da un set-up teatrale di musica dal vivo, un vero spettacolo targato Daks.
di Mariolina La Torre