Alessandro Michele ci invita al suo primo debutto in Haute Couture con il desiderio di condurci verso la perdizione attraverso 48 abiti (o forse meglio dire costumi). Del resto, lo afferma Michele stesso: la Haute Couture è espressione di pura creatività, come quella di un bambino che con gli occhi pieni di stupore collega i puntini e magicamente un disegno meraviglioso spunta dalla grafite.
Heritage
I costumi della Golden Age di Cinecittà sono plasmati dallo stesso Valentino; il designer massimalista apre l’archivio e subito vediamo, pronte a stupirci, le dive di Fellini e di Visconti con gli occhi di Michele. I tessuti usati sono variegati, passiamo da una liquida seta a un pesante patchwork stratificato fino ai corsetti vittoriani. La fanno da padrone gli accessori scintillanti e scenografici, con riferimenti anni ’80 nei bracciali e al misticismo veneziano delle maschere di cristallo, che sembra voglia celare celare un segreto di una dama del ‘700 in una calle della Serenissima. Le gonne ampie e scultoree ci ricordano la primavera/estate del 2020 di Balenciaga (Demna è in prima fila), creando un forte contrasto tra la linearità di queste forme (per quanto esagerate) e la dovizia delle rouches e delle balze vaporose.