La terza edizione
La collezione Artycapucines di Louis Vuitton è tornata con una terza immancabile edizione. Per il 2021 altri sei artisti internazionali hanno contribuito alla creazione dei 200 modelli della bramata limited edition. Tra ricami, intarsi, pennellate e foglie d’oro, le ultime interpretazioni della storica Capucines sono delle vere e proprie opere d’arte.
Rue Neuve-des-Capucines
Lanciata nel 2013, la Capucines ha preso in prestito il nome da rue Neuve-des-Capucines, sede della prima boutique della Maison nel 1854. Un’icona femminile senza tempo che negli anni è stata protagonista di collezioni limitate customizzate da artisti internazionali. Dal 2019 ad oggi, sono infatti state 18 le menti creative che hanno dato vita ad altrettanti modelli unici da collezionare. E da fine ottobre i rari 200 pezzi realizzati sono disponibili per l’acquisto nei negozi Louis Vuitton di tutto il mondo.
Per l’inaugurazione, la casa di moda Parigina ha scelto Villa d’Este, a Cernobbio. Qui, un paio di mesi fa, un gruppo di pochi eletti ha potuto ammirare dal vivo le nuove rare creazioni della Maison. Tra gli artisti chiamati in causa per riempire la tela bianca della Capucines anche la prima italiana. L’arte di Paola Pivi si è infatti affiancata a quella di Gregor Hildebrandt, Donna Huanca, Huang Yuxing, Vik Muniz e Zeng Fanzhi.
Tele bianche firmate Louis Vuitton
Ricami, intarsi e pennellate pittoriche sono le parole chiave dei nuovi modelli Capucines 2021. Riproduzioni bidimensionali delle opere dei sei artisti selezionati sulla superficie bianca delle borse, vere e proprie tele da personalizzare. Come nel caso dell’arte astratta di Donna Huanca. Artista americano-boliviana, creatrice di “esperienze viscerali” in cui pittura, scultura, video, suono e profumo indagano le potenzialità del corpo e della pelle. La sua versione della Capucines si rifà infatti a Cara de Fuego e Muyal Jol, due opere che riflettono l’interazione tra pittura e corpo femminile. Pennellate blu e bianche dapprima stampate in 3D sulla pelle Taurillon, dipinte a mano e ricamate con tre differenti tecniche, tra cui il punto bouclette.
Dell’artista tedesco Gregor Hildebrandt è invece sia visibile che tangibile l’amore per dischi in vinile, videocassette e audio. Una sorta di ricordo collettivo e personale del passato della musica riportato in collage, dipinti e sculture minimaliste. Le stesse serigrafate sulla sua interpretazione della Capucines, nella versione in bianco e nero positiva sul davanti e negativa sul retro. A questi si aggiungono poi suggestivi disegni di polvere frutto della tecnica rip-off. Il logo risulta invece intarsiato con dischi di vinile e la vernice per la base della borsa e la tracolla è texturizzata. L’interno della borsa si presenta dello stesso rosa intenso del logo della sua etichetta discografica, la Grzegorzki Records.
Di Huang Yuxing colpiscono la forza del colore e la commistione tra influenze asiatiche e occidentali. A fianco dello stile gongbi, pittura tradizionale cinese, convivono infatti blocchi di colori fluo che lui stesso definisce “I colori della nostra generazione”. Sulla sua versione nel piccolo formato BB è stato stampato e ricamato il paesaggio fantastico dell’opera “The colossus Hidden Deep in the Hills” del 2019.
Ad ispirare invece la Capucines di Paola Pivi è l’opera “One Cup Of Cappuccino Then I Go”. Una rilettura giocosa – e a tratti destabilizzante – del quotidiano al cui centro dell’interesse ci sono gli animali, fil rouge di tutta la sua produzione. In questo caso, un leopardo ricamato e poi sovrastampato, circondato da 30 tazze e piattini di porcellana inserite separatamente nella struttura di pelle della borsa. Tazzine impreziosite da vera foglia d’oro e delicata pelle d’agnello per la schiuma spumosa dei cappuccini.
L’artista brasiliano Vik Muniz parte dalla sua serie “Quasi Tutto – delicati arrangiamenti di piccoli e fragili oggetti di carta” del 2019. 154 icone colorate, stampate a getto d’inchiostro in rilievo, intarsiate oppure derivate dalla pelle di recupero della Maison. Elementi dall’effetto trompe l’oeil che occupano in modo giocoso la superficie della versione BB della Capucines.
A contrasto con la base bianca della borsa, poi, l’interno foderato di pelle si presenta giallo sole. Giallo come uno dei tanti colori della versione di Zeng Fanzhi. Una reinterpretazione dell’autoritratto di Van Gogh realizzata in un complesso procedimento creativo che ha impiegato diverse tecniche di ricamo, tra cui il tufting in ciniglia. Per l’effetto pittura sono stati necessari fili di 42 colori diversi e 700.00 punti di ricamo. Le pennellate proseguono sull’iconica chiusura e sulla firma LV con la tecnica della sublimazione e stampate sulla fodera di raso nero interna.
Una terza edizione di Artycapucines che non smentisce l’inno all’arte e all’artigianalità di altissimo livello che queste borse apportano agli archivi Louis Vuitton. Un ennesimo esempio del fortunato incontro tra arte e moda da ricordare nei secoli.
di Greta Masè