Dall’amore per la Corea, lo stile, gli abiti e i materiali che ne caratterizzano le tradizioni e la cultura, nasce la collezione Chanel Cruise 2016 con 95 sorprendenti e seducenti look che propongono un’interpretazione originale della bellezza femminile.
In una magica e sensuale atmosfera manga, incantevolmente chic, a Seoul, all’interno dell’eccezionale location del Dongdaemun Design Plaza, ha sfilato la K-Pop crociera di Chanel. Un omaggio ai costumi popolari e artigianato locali, attraverso tessuti ipertecnologici, per un concetto di versione moderna e internazionale tra passato e presente, in cui si concentrano tradizione e futurismo.
Colori, colori e colori: mentre un arcobaleno di nuances invade l’esuberante Resort Collection del marchio dalla famosa doppia C, i prestigiosi ospiti sono disposti su postazioni a forma di smarties colorati e le modelle avanzano cavalcando l’originale passerella che riproduce il famoso gioco del Twister.
Numerose le celebrities viste sulla scena per ammirare le novità del brand di lusso: Kristen Stewart, Tilda Swinton e Gisele Bündchen, la top appena ritirata dal podio che questa volta presenzia allo show nelle vesti di spettatrice.
A chiudere la sfilata, la modella Soo Joo e Hudson, il nipotino di Lagerfeld che indossa i capi della linea junior.
Poiché il kaiser della moda fa sempre le cose in grande, è stato anche organizzato una sorta di carnevale d’ispirazione francese dedicato ai bambini, in onore della celebrazione nazionale del Children’s Day. E’ proprio vero, “Re Karl” pensa proprio a tutto, e sono quei dettagli a rendere unica la sua innata genialità.
Siamo di sicuro distanti dal sobrio e aristocratico perbenismo degli anni d’oro di Mademoiselle Coco, in cui a dettare i canoni estetici e sociali era uno stile ‘chic-decontracté’ che liberava le donne dai corsetti e stecche di balene imposti dalla Belle Epoque.
Di fatto, nel XXI secolo, abbiamo di gran lunga superato il desiderio di ribellione ed emancipazione femminile. La moda cambia e si adatta alle esigenze della modernità, vittima di un processo di globalizzazione dove, l’arma vincente, oggi consiste in una perfetta unione di creatività e imprenditorialità.
Chissà se Gabrielle Chanel avrebbe gioito dinanzi a cotanta arte di spettacolarizzazione lagerfeldiana.
Negli anni ’20 infatti, Coco celebrava una moda semplice e sportiva creata per assecondare il corpo e non dominarlo; il suo stile era rigoroso e innovativo, di una sobrietà quasi monacale, in cui il bianco e nero costituivano l’essenza dell’estrema e assoluta eleganza. Karl ne eredita la filosofia con classe e originalità, seppur la sua eccentricità ed esuberanza vadano oltre i codici della Maison di Rue Cambon.
di Anna Rita Russo